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A processo la maestra d'asilo

La lotta dei genitori di Lavinia, investita a 16 mesi fuori dall'asilo: "Per il processo si rischia la prescrizione"

Lavinia, oggi 4 anni, da tre è in stato neurovegetativo e necessita di macchine per vivere. Il 7 agosto del 2018 è stata investita da un'auto dopo essere uscita dall'asilo senza supervisione

La foto di copertina ritrae lei, la piccola Lavinia, sull’altalena: i capelli scuri legati in due codini, è stata immortalata in un momento di gioco che ormai da tre anni, come molte altre cose, le è precluso. Lavinia infatti è in stato neurovegetativo dal 7 agosto del 2018, quando ad appena 16 mesi è stata investita fuori dall’asilo di Velletri che frequentava dopo essere sfuggita al controllo di una maestra. Che è accusata oggi di abbandono di minore, e deve affrontare un processo che a causa dei tempi della giustizia rischia di finire in prescrizione.

I genitori di Lavinia, Massimo Montebove e Lara Liotta, hanno trasformato la disperazione in determinazione, e dopo aver saputo che la prossima udienza è fissata a marzo 2022 hanno deciso di aprire un gruppo Facebook per tenere alta l’attenzione sulla vicenda di Lavinia e chiedere che si proceda con la massima celerità nel giudizio dell’insegnante imputata. Il gruppo pubblico “Giustizia per Lavinia”, aperto ai primi di dicembre, conta già su oltre 2.500 membri, e il primo post racconta proprio la storia della piccola e la forza di due genitori che tentano di venire a patti con un dolore inimmaginabile.

“Lavinia Montebove, nata sana come un pesce, il 7 agosto 2018 all'età di 16 mesi finisce in stato vegetativo dopo essere stata investita da un'auto nel parcheggio dell'asilo nido che frequentava a Velletri, in provincia di Roma. La bambina si trovava incustodita - spiegano i genitori - L'accusa per la titolare dell'asilo, Francesca Rocca, è abbandono di minore: un reato grave che prevede una specifica volontà di mettere in pericolo il soggetto minorenne. La maestra in questione è stata rinviata a giudizio, le udienze del processo di primo grado partiranno solo nella primavera 2022. La possibilità di prescrizione è altissima. Lavinia rischia quindi di non avere nemmeno giustizia. Lo stato vegetativo non si prescrive”.

Il rischio è che la prescrizione scatti in secondo grado, e che la vicenda di Lavinia scivoli nell’oblio. L’asilo non è più in attività, chiuso da tempo, ma l’iter giudiziario finalizzato ad accertare le responsabilità nella vicenda di Lavinia potrebbe interrompersi bruscamente non per una condanna o un’assoluzione, ma per raggiunti limiti di tempo in relazione al reato contestato.

Francesca Rocca, la maestra dell’asilo, è stata rinviata a giudizio nel 2020, e agli arretrati che ormai caratterizzano la gran parte delle procure e dei tribunali si è aggiunta l’emergenza coronavirus, che ha ulteriormente rallentato la programmazione delle udienze. Per la mamma e il papà di Lavinia il rischio prescrizione è troppo alto, ed è indispensabile accendere i fari sulla vicenda per far sì che il processo proceda con passo più spedito.

«La nostra vita è cambiata il 7 agosto del 2018, quando una telefonata ha avvisato me e la mia compagna Lara che Lavinia era stata investita da un’auto fuori dall’asilo, il posto che dovrebbe essere più sicuro del mondo. Da allora Lavinia è in stato vegetativo - ha raccontato papà Massimo, poliziotto da 25 anni - È come se fossimo un po’ morti quel giorno, ma alla fine siamo rinati. Lei ci dà tanta forza, abbiamo iniziato una nuova vita fatta di infermieri, terapisti, specialisti, medici che ogni giorno vengono a casa nostra e ci danno un supporto fondamentale per una bambina che è legata a macchine per sopravvivere. Ci siamo concentrati sull’amore che serviva a lei e all’altro nostro figlio, e questo ci ha aiutato molto».

Mamma Lara, che nel frattempo ha dato alla luce un’altra bambina, la piccola Margherita, promette: “Figlia mia, ti giuro da mamma che farò tutto il possibile assieme a babbo Massimo per amarti, per assicurarti l'assistenza sanitaria che meriti e soprattutto per avere giustizia. Lo stato vegetativo non si prescrive”.

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