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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

La strage di Ardea: Daniel, David e Salvatore uccisi da Andrea Pignani

La cronaca della drammatica domenica di Colle Romito. I punti ancora da chiarire nell'azione criminale di Andrea Pignani

Colle Romito è sotto choc. Nel 'consorzio' di Ardea, comune del litorale a sud di Roma si conoscono tutti. E, già fin dai primi minuti dopo la tragedia, la comunità si è stretta nel dolore. Il pensiero unanime è chiaro: stringersi e rendere omaggio a David e Daniel Fusinato, i due fratelli di 5 e 10 anni, e all'84enne Salvatore Ranieri, le tre vittime della tragedia che ha sconvolto l'Italia domenica 13 giugno. Loro tre sono stati ammazzati, senza pietà, da Andrea Pignani, un uomo di 34 anni del posto che, dopo essersi barricato in casa, si è ucciso con un colpo sparato con la stessa pistola. 

Quando i Gis dei carabinieri sono intervenuti, dopo tre ore di tentativi di instaurare una trattativa, l'assassino, giudicato "instabile" ma che sarebbe stato in cura per problemi psichici, si era già tolto la vita. ll suo corpo è stato ritrovato in camera da letto. Una lunga giornata di sangue che presenta ancora dei punti da chiarire. Oscuri infatti al momento - almeno stando alle vie ufficiali delle forze dell'ordine - i motivi che hanno spinto Andrea Pignani, ingegnere informatico, ad aprire il fuoco contro David e Daniel Fusinato, e Salvatore Ranieri. 

In un primo momento, il sindaco di Ardea Mario Savarese aveva parlato di una "futile lite", ma stando a quanto ricostruito nelle ore successive pare che i due bambini stessero giocando a poche decine di metri da casa e l'anziano passasse in bici quando l'uomo ha aperto il fuoco. Saranno le indagini a chiarire quanto accaduto. Così come bisognerà chiarire se - come sembra - una quarta persona possa essere sfuggita al raptus di Andrea Pignani.

Così sono morti David e Daniel Fusinato e Salvatore Ranieri

Sono circa le 11 quando ha inizio la strage. David e Daniel Fusinato, come facevano di consueto, giocavano al parco pubblico delle Pleiadi e degli Aironi, a 30 metri dallo loro casa nella zona di Colle Romito. È una bella domenica di giugno, la nonna è poco distante e loro giocando insieme. Un giro all'aria aperta spensierato. Lo stesso pensiero che avrà fatto Salvatore Ranieri che nello stesso momento sta passando in bicicletta. I tre non si conoscono ma il loro destino tragico si incrocerà di lì a poco. Andrea Pignani arriva, è armato. E spara. Almeno tre i colpi di arma da fuoco esplosi, colpendo tutte e tre le vittime. Salvatore Ranieri è morto sul colpo. Inutili i soccorsi per i due fratellini, nonostante gli sforzi incessanti degli operatori del 118. David e Daniel Fusinato sono stati colpiti uno al petto e una alla gola.

Andrea Pignani trovato morto in casa

Nel frattempo i carabinieri della compagnia di Anzio e Pomezia arrivano sul posto e parte così la caccia all'aggressore. Andrea Pignani era già in una villetta a Colle Romito: l'uomo – come confermato dal presidente del consorzio – era armato. Si apre quindi la delicata fase per catturare l'omicida. I carabinieri dei gruppi speciali, dopo tre ore di attesa, fanno irruzione nella casa. Si sente almeno uno sparo. Secondo qualche testimone anche di più. Il Gis dei carabinieri, dopo aver effettuato diverse ricognizioni con droni ed elicotteri e aver staccato luce e gas, entrano e trovano Pigani morto sul letto.

Andrea Pignani, secondo quanto ricostruito ha utilizzato la pistola del padre che era una guardia giurata. L'arma, una Beretta 7,65, alla morte del vigilante non era stata segnalata ai carabinieri. Non solo. Secondo quanto emerso, l'uomo, lo scorso maggio, avrebbe minacciato la madre con un coltello ed era stato sottoposto al trattamento sanitario obbligatorio (Tso). Il giorno dopo il ricovero coatto era stato dimesso.

I soccorsi dopo la tragedia

Come detto, diversi sono i punti ancora da chiarire della vicenda. Il primo, quello che riguarderebbe i soccorsi. Stella Di Gennaro, nonna materna dei due bambini uccisi ad Ardea, disperata: "Respiravano, tenevano la mano al padre. Sono morti dando la mano al padre. Mezz'ora ci ha messo l'ambulanza", i soccorsi "sono arrivati troppo tardi". Il papà Domenico, che è attualmente agli arresti domiciliari, era in casa e si è precipitato a soccorrerli.

"Il primo a non farcela è stato il più piccolo, poi purtroppo è mancato anche il secondo bambino – ha scritto in una nota l'Assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato – Gli operatori intervenuti sul posto hanno impiegato tutti gli sforzi possibili per salvare le vittime con ripetuti tentativi di rianimazione, ma la situazione è apparsa fin da subito compromessa. Sono profondamente scosso per l'accaduto ed esprimo tutto il mio rammarico e le più sentite condoglianze ai familiari e all'intera comunità di Ardea che oggi vive un terribile lutto per questa tragedia".

E sulla tempistica dei soccorsi, in serata anche l'Ares del 118 si è espressa: "Tutti i sanitari che si sono adoperati con tempestività e massimo impegno per prestare i primi soccorsi che sono arrivati sul posto in dieci minuti dalla chiamata di soccorso e tentare ripetutamente di salvare le vittime di questa inaspettata tragedia, esprimono il massimo cordoglio alle famiglie. Questo fatto ci ha profondamente toccati, alle famiglie dei bambini e dell’anziano esprimiamo le più sentite condoglianze".

Il giallo delle presunte segnalazioni su Andrea Pignani

Resta poi il giallo sul fatto che, secondo chi vive a Colle Romito, la tragedia - forse - si sarebbe potuta evitare. Secondo il presidente del Consorzio Colle Romito Romano Catini si tratta di una famiglia che aveva già dato problemi: "Stavano litigando lui e il padre dei bambini, per futili motivi. Prima di sparare a loro, questa mattina, ha sparato contro un'altra persona ma non l'ha colpita". "Sparava in aria ma sembrava fosse una pistola finta - aggiunge- , si sentivano colpi, sarà successo 4 volte, i carabinieri lo conoscevano. Per piccoli motivi andava fuori di testa, era successo". "Io mi chiedo come uno così, uscito dal Cim da poco tempo, potesse avere una pistola in casa", affermato Catini.

Accuse ribadite anche all'Adnkronos: "Era arrivato qui da pochi mesi e da subito aveva creato problemi al consorzio. Alcune volte era già capitato che uscisse di casa e sparasse in aria. Avevamo segnalato la cosa ma non si era capito se avesse un'arma vera o una scacciacani". Tuttavia, secondo fonti dei carabinieri, non sarebbe stata presentata nessuna denuncia ai militari di Ardea da parte dei residenti del consorzio di Colle Romito contro Andrea Pignani.

La pistola usata da Andrea Pignani

Di certo, l'arma usata nella tragedia era stata regolarmente denunciata dal padre di Andrea Pignani, ma nessuno della famiglia si era poi preoccupato di segnalarne la detenzione ai carabinieri dopo la morte dell'uomo. Il padre, una guardia giurata, aveva la pistola a Roma fino a novembre del 2019, successivamente l'aveva era stata trasferita a Colle Romito con certificato medico presentato al commissariato Esposizione. Contestualmente aveva presentato la richiesta di trasferimento dell'arma per la quale aveva poi avuto il nulla osta. 

La morte dell'uomo non sarebbe però stata segnalata alle forze dell'ordine, così come sarebbe dovuta pervenire una segnalazione sulla detenzione della pistola da parte della famiglia, cosa che invece non si è verificata. L'arma trovata vicino al corpo senza vita di Pignani, epilogo di una drammatica domenica di metà giugno. 
 

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