L'European Roma Rights Centre, con sede a Budapest e l'Associazione 21 luglio, hanno sottoscritto una lettera aperta al Comune di Roma ricordano che nei prossimi giorni porterà a termine i lavori per la costruzione del «villaggio attrezzato» per le comunità rom e sinte situato a Roma nella località periferica denominata La Barbuta. Secondo il "Centro europeo per i diritti dei Rom" e l'Associazione 21 luglio la struttura, lontana dal contesto urbano, recintata, videosorvegliata, destinata ad accogliere circa 650 persone rom, è il primo "campo nomadi" di tale grandezza costruito ex novo a Roma negli ultimi 7 anni. Nei prossimi giorni verranno ultimati i lavori prima di procedere all'assegnazione dei moduli abitativi alle famiglie rom e sinte che qui verranno trasferite.
«Spetterà al Comune di Roma - si legge nella lettera - dimostrare ai cittadini romani che i 10 milioni di euro già spesi per la costruzione del nuovo «villaggio attrezzato», più quelli che dovrà erogare a tempo indeterminato per adempiere ai compiti di gestione e vigilanza (circa 3 milioni di euro l'anno), sono da considerarsi un investimento proporzionale ad accogliere i 650 rom in una condizione di esclusione sociale e segregazione piuttosto che disporre altre soluzioni più economiche e valide per cittadini italiani e stranieri, rom e non rom». Del resto, commentano le due organizzazioni che si battono per i diritti umani, «a nessuno potrebbe apparire adeguata una soluzione abitativa escludente e segregativa, concepita, per esempio, per soli cittadini asiatici, africani o magari ebrei».
Secondo European Roma Rights Centre e Associazione 21 luglio il Comune di Roma nel voler portare a termine la costruzione dell'ennesimo «villaggio attrezzato» in località La Barbuta, «sta reiterando il "sistema dei ghetti", optando così per una scelta antistorica, antieconomica e discriminatoria che pone la città di Roma al di fuori di una politica in linea con le strategie, le raccomandazioni e le norme europee e internazionali». Per tale motivo la giunta presieduta dal sindaco Alemanno è invitata «a fare un passo indietro, sospendendo i lavori e l'assegnazione delle unità abitative del nuovo "campo nomadi" e istituendo un tavolo tecnico il cui obiettivo potrà essere quello di individuare le misure più idonee per una "riconversione di uso" dell'area de La Barbuta».