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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Trastevere / Via Ettore Rolli

Presa la banda del Caf: imprenditori di Roma sud nella tela degli usurai. Chi non pagava veniva sequestrato

Un uomo, insospettabile conducente di scuolabus di professione, è stato descritto dagli investigatori come una persona dalla "indole violenta esternando una pericolosità fuori dal comune"

Minacciavano le loro vittime vantando rapporti (ancora non provati dagli investigatori) con i Casamonica e i "napoletani". Strozzavano i commercianti dei quartieri Portuense, Marconi e Trastevere, ma anche quelli del litorale, indebitati anche durante il periodo di crisi economica dovuta dal Covid-19.

Avevano messo in piedi un sistema strutturato con base in un Caf in via Ettore Rolli e, se qualcuno non pagava o ritardava nel saldare il debito, veniva sequestrato e minacciato con pistole e mazze dall'uomo più violento del gruppo, un insospettabile conducente di scuolabus di Roma. 

L'operazione Sportello (Anti) Usura

E' questo il sistema di usurai scoperto e smantellato dagli investigatori della Squadra Mobile - Sezione 'Reati contro il Patrimonio' che hanno eseguito sei misure cautelari emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, dopo aver individuato e ricostruito le vicende crimininali della banda che elargiva prestiti ad interessi usurari a diversi piccoli imprenditori e persone in difficoltà economiche della zona sud-orientale della Capitale.

Agli indagati, di età compresa tra i 45 e gli 82 anni, al termine dell'operazione 'Sportello (Anti) Usura' sono contestati i delitti di usura ed estorsione aggravate, lesioni aggravate nonché esercizio abusivo di attività finanziaria. Un gruppo che, secondo quanto emerso, non si fermava davanti a nulla, sfruttando anche le difficoltà dei piccoli imprenditori durante il periodo del Covid-19. 

La banda degli usurai del Caf

Il sodalizio, come confermato dalla Squadra Mobile, aveva istituito la base operativa nello sportello CAF di via Ettore Rolli, dove venivano fissati appuntamenti con i clienti, concessi materialmente i prestiti di denaro ed effettuate le riscossioni.

Qui il 78enne M.A., pienamente assorbito all'attività usuraia e con pendenze penali per fatti analoghi, tirava le file del gruppo. L'uomo, che secondo quanto riferito dalla Squadra Mobile a RomaToday gestiva lo sportello del Centro di Assistenza Fiscale, utilizzava quel luogo perché era un bacino di potenziali vittime.

Alla "gestione amministrativa" dello sportello, partecipava anche il suo "socio" C.R. (82enne), già in stretto contatto con altri usurai della zona, mentre per il recupero crediti presso le vittime, M.A. si avvaleva della collaborazione di B.B. abruzzese 57enne con svariati precedenti di polizia, e V.P., sfruttando soprattutto le modalità violente di quest'ultimo, il cui operato, come spiega la polizia, "si è caratterizzato per la sua spiccata indole violenta esternando una pericolosità fuori dal comune".

La violenza del conducente di scuolabus

V.P., 40enne romano, sebbene incensurato e di professione conducente di scuolabus, è risultato nell'ambiente degli usuari romani da oltre quindici anni: "insospettabile personaggio contraddistinto dal più marcato temperamento criminale tra gli indagati, è destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere, anche alla luce delle sue condotte aggressive in grado di terrorizzare le vittime di usura. Avrebbe, infatti, in più occasioni, minacciato le vittime con armi da sparo e usato violenza, portandole in luoghi isolati e pretendendo la promessa dei pagamenti o la mancata denuncia", così lo descrivono gli investigatori.

Armi che, secondo quanto ricostruito da RomaToday, l'uomo si procurava attraverso il padre, pistole "di famiglia" regolarmente detenute, usate quando venivano fatti i sequestri lampo a chi non pagavi regolarmente il saldo e poi nascoste, per non farle trovare a chi indagava.

La resistenza delle vittime veniva superata anche facendo leva sulla forza intimidatrice dettata dall'ingenerare nelle vittime la convinzione che persone appartenenti ad organizzazioni criminali "napoletane" o riconducibili ai Casamonica fossero sulle loro tracce. Rapporti, questi, (ancora) non confermati da chi indaga.

La succursale di Fiumicino

Tra le persone ristrette ai domiciliari figurano inoltre B.S.G. 47enne incensurato impiegato nel settore della compravendita di auto, e D.R. di anni 45, romana con precedenti per reati contro il patrimonio e titolare di analogo sportello Caf a Fiumicino, entrambi dotati di consistenti capacità economiche dedotte dalla loro facilità nell'elargire frequentemente prestiti di denaro. E proprio il Caf di Fiumicino veniva usato dalla banda per dirottare la "clientela", e gestire i commercianti che provenivano dai quartieri più vicino al litorale.

A carico dei romani S.F. 49enne e C.M.C. 59enne, quest'ultima titolare di un'agenzia di servizi nella Capitale, invece è scattata una denuncia in stato di libertà, ed è stata eseguita una perquisizione domiciliare. 

Il modello "a fermo" per 'strozzare' gli imprenditori

Tutto è iniziato con la denuncia di un titolare di un locale, un bar, che a novembre scorso si è rivolto alla polizia perché stanco di pagare e ormai piegato dai debiti. Le investigazioni, condotte così a cavallo tra la fine del 2019 ed i primi mesi del 2020, hanno ricostruito quindi le mansioni svolte da ciascun indagato e le modalità estorsive. Il tutto, spiegano gli inquirenti, avveniva attraverso "un preciso progetto illecito consistente nella sistematica concessione di prestiti di denaro ad interessi usurari a soggetti in difficoltà economiche, con l’aggiunta di eventuali maggiorazioni che venivano comminate in caso di ritardo nei pagamenti". 

Lo schema seguito per la concessione dei prestiti è venuto alla luce mediante gli approfondimenti investigativi, e così si è accertato che gli interessi praticati da corrispondere a cadenza mensile oscillavano tra il 20 ed il 40%. Il tutto, come sottolinea la Squadra Mobile, avveniva il cosiddetto modello "a fermo": la vittima, infatti, si vedeva costretta a pagare interessi fissi mensili che, sebbene altissimi, non andavano ad intaccare la quota capitale.

In sostanza, se un uomo chiedeva un prestito di 50mila euro, al gruppo oltre i 50mila euro iniziali, al mese doveva versare una sorta di tassa che appunto oscillava tra il 20 ed il 40% dei 50mila euro del debito iniziale. Il tutto fin quando non usciva fuori dal tunnel dell'estorsione. E così l'estorsione avveniva come una sorta di moltiplicatore.

La pandemia non ha fermato gli affari

E le estorsioni non ha subito stop neanche durante l'emergenza dettata dalla pandemia da Covid-19. Le vittime, infatti, per ovviare alle difficoltà economiche avevano fatto ricorso a prestiti di natura usuraia finendo per diventare vittime dei loro creditori anche durante gli ultimi mesi. Chi indaga al momento ha certificato la presenza di poco meno di 10 persone finite nella tela della banda degli usurai del Caf, ma non esclude che possano essercene delle altre.

Con l'esecuzione dei provvedimenti cautelari, V.P. è stato associato alla casa Circondariale di Regina Coeli, mentre gli altri cinque ristretti agli arresti domiciliari e due denunciati. Durante le perquisizioni domiciliari, è stato possibile inoltre recuperare importante materiale probatorio tra cui appunti con i nomi delle vittime ora al vaglio dell'Autorità Giudiziaria.

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