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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cinecittà / Via Lemonia

Omicidio Diabolik: "Il killer di Fabrizio Piscitelli ucciso in Albania"

La notizia riportata in esclusiva da un'inchiesta de L'Espresso

Sarebbe stato torturato ed ucciso in Albania il killer di Fabrizio Piscitelli, il Diabolik degli Irriducibili Lazio ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto del 2019 al Parco degli Acquedotti a Roma. Lo rivela L'Espresso in un'inchiesta di Francesca Fagnani. Secondo quanto riporta il settimanale di politica, cultura ed economia, il sicario del 53enne, un cittadino albanese, sarebbe stato giustiziato da altri killer nella sua terra natia. Una ricostruzione giornalistica che fornisce scenari e dettagli che in nessun caso sono stati confermati dagli inquirenti con i familiari che, a distanza di due anni dall'omicidio, chiedono venga fatta piena luce sull'accaduto. 

Assassino che, secondo quanto riporta ancora L'Espresso, prima di essere ucciso avrebbe portato a termine un altro incarico sul litorale laziale, più precisamente a Torvaianica, dove avrebbe sparato ed ucciso Selavdi Shehaj, albanese di 38 anni ferito da un colpo di pistola in spiaggia e poi morto al reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Camillo di Roma nel settembre del 2020. 

Due omicidi messi a segno con le medesime modalità dopo i quali il sicario sarebbe poi scappato in Spagna. Tornato in Albania sarebbe stato giustiziato, sempre secondo quanto riporta Francesca Fagnani sulle pagine de L'Espresso, dagli uomini di un clan rivale. Notizia dell'omicidio del sicario di Diabolik arrivata a due anni dall'uccisione di Piscitelli, avvenuta il 7 agosto del 2019. Proprio in occasione dell'anniversario della morte del leader degli Irriducibili Lazio, a Roma sono comparsi centinaia di manifesti a ricordare l'anniversario dell'uccisione del 53enne. 

La commemorazione al parco degli Acquedotti

Manifesti e non solo, in serata Diabolik è stato infatti ricordato al Parco degli Acquedotti in una commemorazione organizzata dalla famiglia di Fabrizio Piscitelli. "Qui ci sono le persone più autentiche e genuine, i compagni di scuola, gli amici con cui Fabrizio ha condiviso esperienze sane. Qui non c'è spazio per gli assassini, i traditori e gli ipocriti". Le parole della sorella Angela che ha ricordato il fratello.

Nel corso della commemorazione, un'amica di famiglia ha cantato alcune canzoni, tra cui 'L'assenza' di Fiorella Mannoia e gli 'Angeli' di Vasco Rossi, e sono stati fatti volare palloncini bianchi, celesti e rossi. "Figlio mio quella terribile notizia ci accompagna in ogni momento della giornata. Mai dimenticheremo e perdoneremo chi ti ha portato via", ha detto la madre di Piscitelli, aggiungendo: "Vogliamo pensare che tu sia in un posto dove gli assassini non potranno mai entrare". "Due anni sono stati tanti per attendere una risposta dalla giustizia e pochi per abituarmi a questa assenza", ha detto ancora la sorella Angela, aggiungendo che a "Fabrizio piaceva tanto avere amici intorno a sé e gli piaceva talmente tanto da averli confusi con i nemici".

Fra i presenti anche gli Irriducibili Lazio che, riuniti intorno all'aiuola, allestita nel parco dalla famiglia in ricordo di Piscitelli, hanno sventolato per alcuni minuti in silenzio una grande bandiera nera, con con su scritto Diablo, che raffigura gli occhi del noto personaggio dei fumetti.

La rivelazione de L'Espresso 

Una commemorazione arrivata, come detto, a pochi giorni dall'ultima rivelazione giornalistica sul caso, quella dell'Espresso secondo cui il presunto killer di Piscitelli sarebbe stato ucciso in Albania. Una rivelazione i cui dettagli riportati nero su bianco hanno provocato la reazione dei familiari, che da due anni chiedono si faccia luce al più presto sul caso, senza però che per il momento nessuna svolta investigativa concreta si sia manifestata.

Il legale dei familiari di Fabrizio Piscitelli

La Direzione distrettuale antimafia della Capitale indaga per omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso. Secondo gli inquirenti, quella di Fabrizio Piscitelli sarebbe stata un'esecuzione compiuta da un killer esperto, un "professionista". Indubbiamente un killer spietato, che ha agito in pieno giorno e in un luogo affollato di persone senza timore. Tante le ricostruzioni giornalistiche che hanno tentato di inquadrare il delitto, ricostruendo scenari e fornendo dettagli che però in nessun caso sono stati confermati dagli inquirenti. "Dopo quello che abbiamo letto pretendiamo una risposta forte e incisiva dalle forze dell'ordine e dalla procura - ha detto all'Adnkronos il legale dei genitori di Piscitelli, Tiziana Siano, commentando l'ultima rivelazione dalla stampa - Basta silenzi... Cercheremo conferme o smentite...ma delle risposte... I miei assistiti vogliono giustizia e non vendetta". 

Meritiamo giustizia 

Una richiesta arrivata anche dai genitori di Fabrizio. "Per quanto complesso sia il caso di nostro figlio, ci chiediamo oggi se davvero è stato fatto tutto ciò che si poteva fare ma soprattutto se è stato fatto tempestivamente e senza errori irrimediabili che invece noi temiamo fortemente. Speriamo di sbagliarci", hanno detto in un'intervista all'Adnkronos. "Abbiamo lottato e con grande sofferenza, ma miseramente fallito - hanno aggiunto - Meritiamo però giustizia, anzi, abbiamo diritto ad averla insieme ai cittadini di Roma viste le connotazioni di questo omicidio ampiamente descritte dagli organi inquirenti, dagli articoli di giornale, dai documentari eccetera. Le istituzioni hanno il dovere di dare una risposta chiara e duratura nel tempo perché lasciare senza nomi questo delitto sarebbe grave anche per l'immaginario collettivo costretto a chiedersi: chi comanda a Roma?".

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