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Martedì, 28 Novembre 2023
Cronaca

Indignati sotto shock: “Non parlate solo di questi criminali”

Roma non vedeva una protesta così partecipata da tempo. In strada tutti i movimenti italiani per dire no alla crisi, al capitalismo, per ribellarsi contro la finanza. Le loro ragioni messe in secondo piano dalla guerriglia

“Ora parleranno solo di questi imbecilli”. Il ritornello ieri, sin dalle prime auto date alle fiamme, era proprio questo. Una scena rubata, usurpata dalla violenza di 500 black bloc che hanno devastato la città e nascosto una protesta che, nei numeri come nella voglia di partecipazione, a Roma non si vedeva da tempo.

Una protesta internazionale che nella Capitale italiana ha raggiunto il suo picco a livello numerico. In Portogallo c'erano in strada 50.000 persone. A Barcellona 60.000, a Madrid poco di più. A Wall street ancora meno. A Roma invece, pur non essendo state diffuse cifre ufficiali, possiamo facilmente ipotizzare fossero in strada tra le 250.000 e le 300.000 persone.

Duecentocinquanta, trecentomila persone che hanno sfilato interrotti dalle azioni dei black bloc che, come abbiamo scritto, in maniera scientifica spezzavano il corteo per scatenare, nei buchi che si venivano a formare, la guerriglia.

CHI MANIFESTAVA? – In strada non solo giovani, come era facile immaginare. C'era gente di ogni età: ragazzi dei licei, universitari, ricercatori, precari, adulti, impiegati pubblici, nonni, nonne. Di tutto. E colpivano soprattutto gli anziani. Quando i giornalisti chiedevano loro perché fossero lì rispondevano: “Questo mondo così com'è lo abbiamo costruito anche noi. Essere qui è un po' un chiedere scusa ai miei nipoti, ai miei figli. E' nello stesso tempo un modo per dire che un altro mondo può esserci”.

Indignati: facce e cartelli del corteo - © TmNews/InfoPhoto


In strada tutti i movimenti, quelli che in questi mesi, in questi anni, hanno fatto la vera opposizione a questo Governo e alle sue decisioni e che ora l'INDIGNAZIONE ha messo tutti insieme. C'erano i No tav, c'erano i lavoratori licenziati, i Cobas, quelli dell'Usb. C'erano gli operai di Genova, di Torino, di Napoli, di Palermo. C'erano centri sociali da tutta Italia. C'era il movimento universitario italiano, con tutte le sue mille sigle riunite sotto un'unica bandiera. C'erano i liceali, gli insegnanti, il mondo della scuola, c'erano i pensionati. Non dovevano esserci, ma c'erano, bandiere politiche. In particolare quelle di Rifondazione Comunista e quelle di Sel.

GLI SCONTRI - Appena viste le auto incendiate alcuni di loro, capendo l'aria che tirava, hanno fatto marcia indietro, provando o raggiungere San Giovanni attraverso altre strade oppure tornando indietro a Termini. Alcuni si sono invece offerti di aiutare gli esercizi commerciali danneggiati, ad esempio l'Elite su via Cavour. Molti invece hanno cercato di isolare i violenti, gridando “Fuori, Fuori!!”, rincorrendoli, spintonandoli. Evidentemente però non ci sono riusciti.

NON PARLATE SOLO DI LORO - “Non parlate solo di loro”, ci chiedevano. E' evidentemente difficile non farlo. Gli stessi manifestanti ieri hanno dovuto fare i conti con la loro violenza, hanno dovuto strozzare in gola la loro rabbia verso la finanza, le banche, il capitalismo, il governo italiano. L'hanno dovuto fare, come detto su, perché dovevano isolare gli incappucciati. Oppure perché dovevano proteggersi bocca e naso dal fumo dei lacrimogeni, oppure perché dovevano correre, perché c'era chi gridava “Ecco la carica”. E loro, che le cariche le hanno viste solo in tv, correvano   pur non essendo quelle cariche e pur non essendo quelli che si stavano vivendo scontri con la polizia.   

E' stata una manifestazione colorata, partecipata, sentita. Avrebbe potuto essere tanto di più. L'obiettivo era quello di occupare Roma, di accamparsi. E tanti, tantissimi, sfilavano con in mano la tenda e il sacco a pelo, segno che l'obiettivo era veramente accamparsi a Piazza San Giovanni. Una piazza che la maggior parte di loro non ha visto. Ne ha avvertito la presenza, perché da lontano si alzava una colonna di fumo che di certo non poteva essere una grigliata. La confermava via cellulare. Mamme, parenti, amici chiamavano per chiedere: “Tutto ok?”. Nel frattempo infatti Minzolini e il Tg1 avevano acceso la macchina informativa, ovviamente per parlare dei black bloc e per infangare gli indignati. Da una parte quindi la polizia che sgomberava la piazza. Dall'altro i tg, quello del direttorissimo in testa, che distruggeva l'immagine di un'intera manifestazione. Nel mezzo un'onorevole, Butti del Pdl, che attaccava Corradino Mineo e Rainews24 reo, a suo dire, di minimizzare la portata degli scontri.

In serata in 200 si sono riuniti ed hanno deciso di accamparsi a Piazza Santa Croce in Gerusalemme. Avrebbero voluto e avrebbero avuto le telecamere addosso. Telecamere e obiettivi erano però sulla devastazione, sui sanpietrini divelti, sulla città distrutta. Di loro nessuno parla e forse mai parlerà.

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Guerriglia a Piazza San Giovanni - © TmNews/InfoPhoto

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