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Bomba Ostia: inquirenti ad un passo dal telefonista, oggi falso allarme

Gli inquirenti stanno analizzando le tracce lasciate sulla cabina telefonica di chi ha comunicato la presenza della bomba vicino al lido Il Capanno. Forse la stessa mano che ha piazzato l'ordigno. I gestori: "La fantasia galoppa"

Svolta nelle indagini che riguardano la bomba senza innesto posizionata ieri sul lungomare di Ostia. Dalle analisi della cabina telefonica da cui è arrivata la telefonata al 113 e dalle telecamere in strada la caccia al telefonista potrebbe arrivare presto a conclusione. Chi ha telefonato potrebbe essere la stessa persona che ieri ha piazzato l'ordigno. E oggi non è mancata l'emulazione di un mitomane, che ha dato un allarme poi rivelatosi falso, segnalando ordigni sempre nello stesso stabilimento preso di mira ieri. Tutti episodi che espongono i bagnanti del litorale romano al rischio di una psicosi, che però oggi sembra non averli scoraggiati facendoli accorrere numerosi in spiaggia nonostante il tempo incerto. Quella di un gesto intimidatorio della criminalità organizzata, dietro cui potrebbero nascondersi racket, estorsioni e usura, resta la pista prevalente secondo gli investigatori della Squadra mobile di Roma, che hanno ascoltato i proprietari del lido 'Il Capanno', in passato già vittime di episodi mai chiariti, come l'incendio dello stesso stabilimento alcuni anni fa.

IL CAPANNNO - Polizia che è tornata allo stabilimento balneare della zona sud di Roma, nelle cui vicinanze è stato trovato l'ordigno rudimentale senza innesco. "Oggi la spiaggia è piena di gente, non si sono fatti spaventare da quanto è successo ieri - dicono dal 'Capanno' -. Qualche cliente ci ha fatto delle domande, erano curiosi, la fantasia galoppa, ma anche ieri non c'erano state le scene di panico che qualcuno ha descritto. Più che altro si era creato un capannello intorno alla zona dove è intervenuto il robottino degli artificieri". Sull'intimidazione dallo stabilimento si minimizza, ma comunque si avanzano dei vaghi sospetti. "Era poco più di un giocattolo, una cosa artigianale con pochissima polvere pirica - afferma un collaboratore del titolare, che preferisce rimanere anonimo -. Sembra una cosa fatta per creare confusione: è uno stabilimento che va bene e forse a qualcuno questo non piace e vogliono allontanare la gente. Ma potrebbe anche essere il gesto di uno sconsiderato". 'Il Capanno' non ha mai ricevuto minacce dal racket, assicurano, né di recente né negli anni passati. La struttura anni fa venne però colpita da un incendio, un episodio mai chiarito del tutto.

INDAGINI - La Procura ha comunque aperto un fascicolo sulla vicenda di ieri e si indaga a 360 gradi, senza escludere del tutto l'ipotesi del gesto di un mitomane. E' stata eseguita anche l'analisi della voce registrata della chiamata al 113 fatta ieri, comparata a due chiamate di uno stesso falso allarme bomba arrivato da un'altra cabina telefonica anche oggi, che indicavano un altro ordigno nello nei bagni dello stesso stabilimento. Si tratterebbe di due persone diverse e quello di oggi sarebbe un tossicodipendente e mitomane che non avrebbe correlazioni con l'episodio di ieri.
 

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