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Cronaca

Sangue infetto: procura avvia indagine. Associazione denuncia 4 mila morti

Sarebbero 120 mila i contagi e 4 mila i decessi. Si indaga su contagi avvenuti da dialisi, trapianti, trasfusioni di sangue o emo derivati. Il procedimento è, al momento, senza indagati

La Procura di Roma ha avviato una indagine sul cosiddetto "sangue infetto" che riguarderebbe la diffusione di virus come l'epatite C o l'Hiv per cui oltre 120 mila persone sarebbero contagiate e 4 mila morte.

L'indagine è nata sulla base di un esposto presentato dall'associazione Itm New Day - Insieme a tutela del malato. Il procedimento, ora all'attenzione del procuratore aggiunto Leonardo Frisani, è al momento senza indagati o ipotesi di reato e prende in esame la diffusione tramite emoderivati od immunoglobuline di virus come l'epatite C o l'Hiv.

Gli accertamenti avviati ora a Roma sono affidati ai carabinieri del Nas e non è escluso che inquirenti affidino una consulenza medico-legale per tentare di definire il fenomeno. Nell'esposto presentato da Itm si afferma che "da una stima si calcola che in Italia sono oltre 200mila le persone che hanno contratto la malattia dell'epatite C di cui 14mila tramite dialisi, 11mila da trapianto e 75mila da trasfusione di sangue, emoderivati ed immunoglobuline infettate".

La denuncia, inoltre, fa riferimento anche all'inchiesta, nata a Trento e poi trasferita a Napoli, sul plasma contaminato che risale agli inizi degli anni '90. "Nessuno ad oggi - è detto nell'esposto - è stato condannato penalmente nonostante sulla base dei documenti e degli accertamenti si sia scoperto che sono coinvolti nella presente questione esponenti politici, dirigenti e funzionari ministeriali e case farmaceutiche".

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