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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Incidente via Nomentana: la Cassazione conferma 5 anni a Lucidi

Respinto il ricorso che voleva una pena esemplare per il pirata della strada, la Suprema Corte ha confermato 5 anni di reclusione per Stefano Lucidi che, nel 2008, uccise alla guida i fidanzatini Alessio Giuliani e Flaminia Giordani

Fu un gesto involontario, ha ucciso senza volerlo, lo dimostra  lo stupore che ebbe dopo aver investito e ucciso una coppia di fidanzati. Sono queste le motivazioni  che hanno portato la Corte di Cassazione alla conferma della condanna a 5 anni di reclusione per Stefano Lucidi, il pirata della strada che la sera del 23 maggio 2008, guidando senza patente una Mercedes, travolse uccidendoli Alessio Guliani e Flaminia Giordani, a bordo di uno scooter su via Nomentana.

La Cassazione aveva confermato, lo scorso 18 febbraio, la condanna di Lucidi a cinque anni di reclusione, così come stabilito in appello, anziché a dieci anni, come deciso dal verdetto di primo grado che lo aveva ritenuto responsabile di omicidio doloso. Ieri sono state rese note le motivazioni di quella sentenza con la quale è stato respinto il ricorso della Procura per la Corte d'appello di Roma, che voleva un verdetto esemplare contro la "criminalità omicidiaria stradale".

Le motivazioni della Cassazione sono state accolte con "grande amarezza" da Gianni Alemanno che ha così commentato la decisione: "Quando uno scellerato si mette al volante in preda all'alcool o a stupefacenti - ha dichiarato  il sindaco - crea le condizioni oggettive per provocare incidenti gravissimi e mette a repentaglio la vita di innocenti passanti. Questo è quello che é successo sulla via Nomentana e questo crimine sta rimanendo in larga parte impunito".

I Supremi giudici hanno invece condiviso la pena più mite, in quanto, come emerso dalla testimonianza della fidanzata, Valentina Giordano, con cui Lucidi stava litigando in macchina, nel momento dell'investimento dello scooter l'imputato dimostrò sorpresa e stupore. Inoltre, dal momento che andava a più di 90 chilometri orari, oltrepassando una serie di semafori rossi, Lucidi avrebbe anche potuto far del male a sé stesso e alla sua compagna, se si fosse scontrato con un veicolo potente e grande come il suo.

Per la Cassazione, insomma, sussiste "la colpa cosciente, aggravata dalla previsione dell'evento, quando il guidatore, pur rappresentandosi l'incidente come possibile risultato della sua condotta, agisca, tuttavia, nella previsione e prospettazione che esso non si verifichi". Il ragazzo al volante, che assumeva cocaina e per questo gli era stata tolta la patente, risultò positivo all'uso di stupefacenti ma il test non ha potuto stabilire se avesse preso la droga prima di mettersi alla guida o dopo essere scappato senza prestare alcun soccorso e dandosi da fare per camuffare il segno dell'urto sulla Mercedes.

"Sconcertato" si è detto l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, che nel processo è stato il legale di parte civile delle famiglie di Alessio Giuliani e Flaminia Giordani. "Decenni di giurisprudenza della stessa Cassazione - ha spiegato - insegnano che la previsione dell'evento deve essere ragionevole. In questo caso è inverosimile ritenere che le modalità di quella condotta potessero non comportare la più che concreta prevedibilità dell'evento".

La decisione, insomma, ha fatto molti scontenti e l'Associazione italiana Familiari e vittime della strada preannuncia un ricorso alla Corte europea dei Diritti dell'uomo lamentando l'ingiustizia della sentenza.
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