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Incidenti stradali Esquilino / Viale Manzoni

Ciclista morto investito da un pullman, sit in con candele e bici per Luigi. "Il limite a 30Km/h non salva vite"

Luigi Santo Gervasi, 61 anni, stava raggiungendo il posto di lavoro alla Banca d'Italia quando è stato investito mortalmente. E' la 149esima vittima sulle strade di Roma

Candele e biciclette. Poi lunghi, infiniti, attimi di silenzio. Così il gruppo di Salvaciclisti, ieri a Roma, ha voluto ricordare Luigi Santo Gervasi, 61 anni, morto investito mentre in bici raggiungeva il posto di lavoro, alla Banca d'Italia. La tragedia si è consumata nelle prime ore della mattina di giovedì 6 dicembre [qui la notizia completa].

Luigi, che faceva il portiere, è la 149esima vittima sulle strade di Roma. Il terzo morto in un incidente che vede coinvolto un pullman dopo quelli in cui persero la vita Caterina Pangrazi, in corso Vittorio Emanuele, l'altro in cui in vice Prefetto Giorgio De Francesco morì investito da un pullman turistico. Entrambi a piedi. Luigi, invece, era in bicicletta. 

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Una dinamica ancora da chiarire quella in cui è morto il sessatantunenne. In strada, alle 5:45 circa, era ancora buio quando Luigi Santo Gervasi è stato travolto dal pullman di una società che effettua il trasporto di passeggeri agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. Dai primi accertamenti sembrerebbe che l'uomo fosse appena sceso dal marciapiede per attraversare la strada quando è stato travolto dal bus diretto alla stazione Termini. 

Il conducente, che era da solo a bordo, avrebbe raccontato di non essersi accorto di nulla. Poi dopo alcuni metri ha sentito il rumore causato dalla bici che stava trascinando. Così si è fermato e ha capito cos'era successo. L'impatto non ha lasciato scampo al ciclista, mentre la sua bici, rimasta agganciata al mezzo, è stata trascinata una decina di metri. Inutili i soccorsi.

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candele biciclette via Merulana2-2

"Non sarà certo un cartello con il limite a 30Km/h a salvare una vita, ma prima di tornare a casa mi sono sentito in obbligo di rimetterlo nel verso giusto, così com'era non serviva di certo", si legge in un post di Michelangelo Alimenti, attivista del movimento Salvaciclisti che ieri era tra via Manzoni e via Merulana, con altri, sul luogo della tragedia. "Sarei potuto essere io", aggiunge. 

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"Percorro quel incrocio tutti i giorni e, nonostante sia in centro e spesso presidiato dai vigili, è pericolosissimo. Attraverso sempre al semaforo come un pedone, scendo proprio dalla bici e ho paura pure da pedone. Il problema è il buio. L'illuminazione è del 1800, non si vede niente", dice Rosa. "Noi ciclisti, a Roma, siamo come i pedoni. Non tutelati. Siamo solo bersagli mobili", è il pensiero di Luca.

candele biciclette via Merulana1-2

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