Emanuele morto sulla Tiburtina, il testimone: "L'autista è andato al lavoro invece di chiamare il 118"
Un testimone, conducente della RomaTpl, racconta a RomaToday come l'autista del pullman turistico coinvolto nell'incidente stradale su via Tiburtina in cui è morto Lenzoni abbia abbandonato la scena senza chiamare i soccorsi
Il video di qualche secondo sulla via Tiburtina, l'autopsia che fa pensare ad un investimento e ora un testimone che, collaborando direttamente con gli inquirenti, con il suo racconto starebbe aiutando le indagini. Si stringe sempre di più il cerchio attorno ad un 55enne autista di una società privata di Roma di pullman turistici, unico indagato per la morte di Emanuele Lenzoni, lo scooterista deceduto sul colpo in seguito ad un incidente stradale avvenuto lo scorso 18 gennaio sulla via Tiburtina.
Il testimone, ecco cosa ha rivelato
La famiglia, dopo la tragedia, aveva lanciato un appello sui social per ricercare testimoni. Un grido diffuso anche su RomaToday, che ha trovato una risposta in un testimone: un uomo, fatalità, anche lui conducente di pullman, ma della Roma Tpl.
Secondo il racconto dell'uomo, che sta collaborando direttamente con gli inquirenti, è stato lui a chiamare il 118. Secondo la ricostruzione fatta fino ad ora, infatti, il conducente Roma Tpl, come raccontato a RomaToday, è arrivato sul posto già con Emanuele Lenzoni steso, privo di sensi, sull'asfalto: "Aveva un buco sul casco". Con il suo mezzo, quindi, ha fatto da scudo per "proteggere" il corpo del 38enne residente a San Basilio per poi rivolgersi ad un altro autista di pullman, fermo vicino al suo mezzo, a circa 50 metri di distanza dal corpo dello scooterista.
"Gli ho chiesto se avesse chiamato i soccorsi", la risposta però è stata negativa perché avrebbe dovuto "iniziare il turno di lavoro" di lì a poco. "L'ho visto lì, credevo fosse coinvolto nell'incidente - racconta - ma lui mi ha risposto che non era così, e che aveva solamente visto dagli specchietti lo scooter di Emanuele sbandare da solo".
E' stato quindi il conducente Roma Tpl a dare l'allarme, chiamando i soccorsi rivelati poi inutili perché il cuore di Emanuele Lenzoni aveva già smesso di battere: "Ho fatto un gesto di umanità. Quello che dovrebbe fare chiunque", ha aggiunto: "Sono in contatto con la famiglia di Emanuele, e gli voglio ricordarea ancora che almeno in quei momenti il loro caro non è stato mai solo. Sono rimasto lì fino all'ultimo".
Le immagini video
Dunque, la testimonianza del conducente della linea Roma Tpl sembrerebbe avvalorare la tesi della Procura che ha portato a scrivere sul registro degli indagati il 55enne autista del pullman turistico dopo l'esame delle immagini video di via Tiburtina. Quei frame, poco nitidi, riprendono lo scooterista che transita all'altezza della fermata della metro Ponte Mammolo davanti ad un pullman turistico di un'azienda privata.
Immagini nelle quali si evince come il 38enne sia poi stato, verosimilmente, investito dal mezzo di trasporto mentre si trovava al centro della carreggiata, sui cui lati gli agenti della Polizia Locale hanno riscontrato la presenza di ghiacchio. Resta però da comprendere se la caduta di Emanuele Lenzoni sia stata causata dal ghiaccio o dall'urto con il pullman.
L'autopsia
Ad avvalorare la tesi dell'investimento è anche l'autopsia. L'esito dell'esame autoptico, infatti, parla di uno schiacciamento del cranio compatibile con un investimento. Il pullman condotto dall'uomo indagato è stato sequestrato e bisognerà ora capire se da quel mezzo, potranno uscire elementi utili all'indagine o meno.
L'ipotesi è che Lenzoni possa essere finito sotto le ruote del grosso bus. Resta da determinare se l'indagato - accusato di omissione di soccorso - abbia avvertito o meno l'azienda dei pullman per cui lavora (al momento non inserita nell'inchiesta) e così come sarà da capire il perché nessuno del Comune di Roma abbia sparso il sale sulla carreggiata nonostante fosse ghiacciata.