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Venerdì, 19 Aprile 2024
Incidenti stradali Garbatella / Via Ostiense, 104

Incidente Ostiense, Cristian Parisi morto dopo 12 giorni di coma: il calcio laziale piange il suo "bomber"

Cristian Parisi, 38 anni, era ricoverato all'ospedale San Camillo di Roma. Sulla dinamica dell'incidente indaga la polizia locale di Roma Capitale

Ha lottato per quasi due settimane contro la morte come un leone, come quando giocava a calcio tra i campi laziali. Questa volta, però, la partita più importante purtroppo l'ha persa: Cristian Parisi, 38 anni, ex bomber di Focene, Fiumicino e Guidonia è morto in seguito ad un incidente stradale. Un lutto che ha lasciato fin da subito un vuoto incolmabile tra amici e parenti che hanno inondato i social con messaggi di cordoglio.

Cristian Parisi, papà di una bambina, lavorava alla Siae. Secondo quanto ricostruito da RomaToday, il 38enne stava proprio tornando a casa dal lavoro quando all'alba del 21 ottobre ha avuto quell'incidente rivelatosi poi fatale. I fatti sono andati in scena all'altezza del civico 104 della via Ostiense, alle 5 del mattino. A ricostruire la dinamica, ancora in fase di accertamento, gli agenti del gruppo VIII Tintoretto, come spiagano dal Comando della polizia locale.

Nello scontro sono rimaste coinvolte una Fiat Panda il cui conducente un uomo di 24 anni, stato trasportato in codice arancione all'ospedale San Giovanni, ed una Fiat 500 condotta proprio da Cristian Parisi, trasportato in codice rosso all'ospedale San Camillo. Danneggiati nell'impatto anche due veicoli in sosta. Le condizioni del 38enne sono apparse subito gravi. Andato in coma farmacologico, è stato ricoverato per giorni in terapia intensiva mentre gli amici lo incoraggiano. Qualche giorno fa, un timido segnale di ripresa. Poi la tragedia quando il cuore di Cristian ha smesso di battere.

"Quando da ragazzino delle giovanili del Fiumicino venivi ad allenarti con noi, ce la incartati letteralmente a tutti", lo ricorda Marco su Facebook. "Rimanevo incantato dalla tua tecnica veloce, dalla tua creatività, ma soprattutto dal tuo sorriso che non mancava mai, ne in campo e ne fuori. Così, a fine allenamento, mi piaceva fermarmi a palleggiare con te, a calciare col piede debole, a divertirci e provare a migliorarci. Da lì ti ho battezzato il mio 'Pupillo'. Quando ci siamo incontrati in giro per stadi, come un mese fa a Firenze dove stavi seguendo la tua Inter, l'affetto e la stima erano più forti di sempre. Non riesco ad accettare che tu te ne sia andato, perché non è giusto. Non è giusto che se ne vada un ragazzo così buono, solare, sorridente, pacato, sempre affettuoso, sempre così sensibile. Non è giusto che tu non possa più dare alla tua dolce bambina l'amore che solo un papà sa dare. Sono onorato di averti incontrato nel mio cammino, e di averti ammirato come calciatore e come ragazzo".

"Ho pregato per te amico mio. Ho pregato che andasse tutto per il verso giusto. Non posso credere che tu ci abbia lasciato così. Posso solo ringraziare la vita che mi ha dato la fortuna di conoscerti dentro a quel rettangolo dove tu davi spettacolo e parlavi con i piedi", lo ricorda Davide Barraco, già portiere dell'Ostiamare. "Non dimenticherò mai quello sguardo quel sorriso che ti distinguevano da tutti. La genialità e quel sinistro rimarrà sempre nei pensieri. Ciao bomber", lo saluta Patrizio.

"È stato un onore battagliare con te bomber, compagno di sogni. Dribbla tutti anche lassù", il pensiero di Davide. Sentite condoglianze alla famiglia di Cristian Parisi sono arrivate anche dalla ASD Fregene Maccarese e dal Guidonia Calcio, dovelo chiamavano il 'folletto' e dove militò in Serie D collezionando 13 gol tra il 2002 e il 2004. Poi Parisi tornò in Eccellenza al Fiumicino, città di cui era originario, ed infine al Focene. La famiglia ha firmato il consenso per la donazione degli organi. 

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