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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Cosa sappiamo dell'incidente in mare all'Argentario

Le indagini, le ipotesi, la vittima, la donna dispersa, i testimoni: la ricostruzione di quanto accaduto a sei miglia dall'Isola del Giglio

Un morto e una donna dispersa e quattro feriti. Una barca a vela letteralmente spezzata in due. E' il bilancio dell'incidente avvenuto al largo dell'Angentario dove, a sei miglia dall'Isola del Giglio, si sono scontrate 2 imbarcazioni. Cosa è successo sarà compito delle indagini accertarlo per attribuire le responsabilità dell'accaduto. 

L'allarme

L'incidente è avvenuto sabato alle 17.30. L'allarme, per la precisione, è scattato alle 17.25 quando alla guardia costiera è arrivata la richiesta d'aiuto per una collisione tra due imbarcazioni. A scontrarsi un motoscafo e una barca a vela. A bordo del primo quattro danesi reduci da una giornata a Giannutri, mentre sul secondo natante, partito da Civitavecchia, si trovavano Fernando Manzo, 61enne al timone al momento dell'impatto e sua moglie, Anna Claudia Cartoni, attualmente disperse. Con loro Andrea Coen, 59enne, al momento unica vittima accertata, ed altri amici rimasti feriti e trasportati in elicottero presso vari ospedali della Maremma. 

La ricostruzione di quanto accaduto

Secondo quanto appreso, il motoscafo procedeva a velocità sostenuta. Avvistato, Manzo alla guida della barca a vela, ha provato una manovra disperata per evitare l'impatto. Il mezzo a motore però ha finito per travolgere l'altra barca, causando la tragedia. La Procura di Grosseto ha aperto un’inchiesta. Naufragio, omicidio colposo e lesioni sono i reati ipotizzati.

Le indagini, affidate al pubblico ministero di turno Valeria Lazzarini, sono condotte dalla guardia costiera ed una delle prime cose che bisognerà accertare è la velocità alla quale procedeva lo yacht: proprio le ordinanze della Capitaneria di Porto stabiliscono che a distanza di un km dalle spiagge o di 500 metri dalle coste rocciose, la velocità massima non debba superare i 10 nodi.

Secondo chi indaga, l'ipotesi al momento più probabile è che il potente motoscafo stesse navigando con il pilota automatico inserito e sarebbe finito a forte velocità contro la barca a vela, lunga 14 metri, sulla quale c'erano sei persone, tutte residenti a Roma. Entrambi i relitti sono stata portati a Porte Ercole (Grosseto) e posti sotto sequestro a disposizione dell'autorità giudiziaria. 

La vittima e la donna dispersa 

Una volta recuperata, la salma di Coen è stata portata al vicino ospedale di Orbetello (Grosseto), mentre non è ancora stato ritrovato il corpo della donna, anche perché in quella zona di mare, profondo molte decine di metri, sono presenti diverse correnti che potrebbero averlo spostato in un altro punto. Le ricerche sono andate avanti per tutta la notte e nelle operazioni potrebbe essere impegnato anche un robot subacqueo in grado di scendere fino a 150 metri di profondità.
 

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