L'incidente aereo a Guidonia e la manovra che ha evitato la strage: la ricostruzione e i punti da chiarire
La missione addestrativa è finita in tragedia per i due piloti Marco Meneghello e Giuseppe Cipriano. Si trovavano ai comandi di due velivoli U-208 Siai Marchetti. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio al capo di Stato Maggiore della Difesa, l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone
Un malore, un errore umano o un guasto. Chi indaga sulle cause dell'incidente aereo a Guidonia che è costato la vita a due piloti esperti, il tenente colonnello Giuseppe Cipriano, 47 anni originario di Taranto, istruttore con 6000 ore di volo all'attivo, e il maggiore Marco Meneghello, nato a Legnago 45 anni fa e anch'egli con una lunga esperienza con operazioni fuori dai confini nazionali, sta vagliando queste ipotesi.
E se cause su quanto avvenuto dovranno essere ancora accertate, sia con l'indagine giudiziaria che con l'inchiesta interna dell'aeronautica militare, ciò che è emerso finora è che i due aerei precipitati erano usciti in volo con una squadra composta in tutto da quattro aerei U-208 e l'impatto sarebbe avvenuto nella fase che precede l'atterraggio.
La dinamica dell'incidente
L'impatto in volo è stato terribile. I due mezzi ad elica, dopo essersi allenati nella manovra diamante, secondo quanto appreso si stavano preparando per tornare alla base. È proprio in quel frangente che si sono toccati e sono precipitati in pochi istanti. Uno è andato a schiantarsi in una zona rurale di Collefiorito di Guidonia, il secondo velivolo - a bordo del quale c'era Meneghello - è caduto in via della Margherite, nel pieno centro abitato. In questo caso il pilota è riuscito ad effettuare una manovra disperata, proprio per evitare che il mezzo andasse a finire sulle abitazioni. "Ha fatto qualcosa per evitarli, li ha schivati - racconta un testimone oculare -. Secondo me una manovra per graziarci, perché poteva prendere i palazzi".
Una tragedia che poteva avere, quindi, proporzioni ben più gravi. La manovra che ha evitato una strage, quindi, è stata sua e non di Giuseppe Cipriano, come aveva invece sottolineato in un primo momento il sindaco di Montalbano Jonico, Pietro Marrese, il paese di origine del tenente colonnello. Poco importa. Di certo c'è che la strage è stata evitata.
La strage evitata
"Dalle prime ricostruzioni è ragionevole ipotizzare - ha spiegato il procuratore di Tivoli, che indaga, Francesco Menditto - che il velivolo caduto nella strada sia stato lì direzionato dal pilota per recare il minor danno possibile a cose e persone, tanto che i danni sono stati limitatissimi. Diversamente, una caduta sugli edifici ai lati della strada avrebbe causato numerose vittime".
Secondo quanto hanno raccontato i testimoni il velivolo pilotato da Meneghello "è caduto in posizione verticale, come un taglio di coltello" e il militare ha immediatamente gridato aiuto ma in quell'istante il mezzo ha preso fuoco. "Non c'era nulla da fare - hanno spiegato i testimoni oculari -, abbiamo tentato di spegnere le fiamme, ma erano troppo alte".
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Le indagini
Su quanto avvenuto la Procura di Tivoli, così come quella Militare, ha aperto un fascicolo di indagine. Il reato ipotizzato dai magistrati ordinari è quello di disastro aereo colposo. Il fascicolo è contro ignoti. Nella giornata di oggi saranno effettuate le autopsie sui corpi dei due piloti. Saranno utili per determinare se - prima dell'impatto - uno dei due abbia avuto un malore in volo.
Se così non fosse allora lo schianto sarebbe stato causato da un guasto tecnico o da un errore umano, anche se alla guida dei due velivoli c'erano piloti esperti. L'attività di indagine sarà svolta dalla polizia di Stato che è intervenuta sul luogo dell'incidente assieme ai carabinieri e vigili del fuoco. Sul posto anche specialisti dell'Aeronautica che insieme alle forze dell'ordine hanno messo in sicurezza e circoscritto le aree dell'impatto.