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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta trans, Marazzo e omicidio Cafasso: 8 indagati e 26 capi d'accusa

I reati indicati nei 26 capi d'accusa Associazione per delinquere, omicidio volontario aggravato, concussione, violazione della legge sulla droga, perquisizioni illegali, rapina e favoreggiamento

Otto indagati connessi a episodi come l'omicidio del pusher Gianguarino Cafasso e il blitz nella casa della transessuale in cui si trovava l'allora presidente della regione Piero Marrazzo. Questo è quanto emerge dalle indagini che la procura ha concluso  e depositato gli atti relativi a questi episodi. Associazione per delinquere, omicidio volontario aggravato, concussione, violazione della legge sulla droga, perquisizioni illegali, rapina e favoreggiamento i reati indicati nei 26 capi d'accusa. Gli otto indagati sono i quattro carabinieri, all'epoca dei fatti in servizio nella caserma della compagnia Trionfale, Nicola Testini, Carlo Tagliente, Luciano Simeone e Antonio Tamburrino, della trans José Alexander Vidal Silva (Natali), sorpresa con Marrazzo il 3 luglio 2009 nel suo appartamento di via Gradoli, e di tre pusher, Emiiano Mercuri, Massimo Salustri e Bruno Semprebene.

Per il caso del presunto ricatto ai danni Marrazzo, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli attribuiscono a Testini, Simeone e Tagliente di aver "con la minaccia di gravi conseguenze costretto Marrazzo - è detto nel capo di imputazione - a compilare e a consegnare loro tre assegni dell'importo complessivo di 20 mila euro". Non solo, in quell'occasione i tre si sarebbero "impossessati di 5000 euro di proprietà in parte di Marrazzo in parte di Natali". I tre carabinieri si sarebbero inoltre procurati "indebitamente immagini attinenti alla vita privata di quanti si trovavano nell'appartamento" e avrebbero detenuto illegalmente, per l'accusa, un "quantitativo non esattamente determinato di cocaina che dapprima riprendevano nel video realizzato e di cui poi si impossessavano omettendone il sequestro". Per il tentativo di commercializzazione del video realizzato in quell'occasione è accusato il carabiniere Antonio Tamburrino. Natalì è invece indagata per aver "in due occasioni acquistato e detenuto cocaina destinanti all'uso di terza persona". Per quanto concerne la morte di Cafasso, i pm ritengono che questi fosse diventato un testimone scomodo per i carabinieri infedeli e attribuiscono a Testini la responsabilità di avergli ceduto "un quantitativo di droga - si legge nel capo di imputazione - di identità non esattamente accertata, consistente in una miscela di eroina e cocaina tale che ne risultava accentuata la potenziale lesività" provocandone la morte. Cafasso sarebbe stato utilizzato da Testini, Tagliente e Simeone per acquisire informazioni sul giro di droga e sui clienti delle trans. Non solo, i tre avrebbero "consentito e promosso l'attività di spaccio svolta dallo spacciatore- consumatore al fine di porre in essere perquisizioni (anche con modalità illegali), rapine e concussioni che eseguivano personalmente". In questo contesto si inseriscono le accuse di rapina a Testini e Tagliente ai danni si alcuni transessuali commesse in occasione di altrettanti blitz nelle loro abitazioni mentre erano in compagnia di clienti. In particolare, in due di queste situazioni, si sarebbero appropriati rispettivamente di 6000 euro, due cellulari ed una play station e 700 euro, un monile d'oro, un cellulare ed alcuni profumi.
 

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