rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Inchiesta rifiuti, il ruggito del leone Cerroni: "Sono l'oracolo, ho salvato Roma"

Il dominus di Malagrotta interrogato dal gip Massimo Battistini si è difeso: "Era la politica a venire da me". Prima di lui ha parlato l'ex presidente regionale Bruno Landi

La linea è quella che sostiene da anni. Senza di lui Roma sarebbe finita in emergenza rifiuti. Si è paragonato a un “oracolo” il dominus dei rifiuti della Capitale Manlio Cerroni, il 'quasi' un monopolista del sistema dei rifiuti romano e laziale. Oggi l'avvocato 87enne ha risposto alle domande del gip Massimo Battistini nel corso dell'interrogatorio di garanzia nell'ambito dell'indagine che lo ha portato agli arresti domiciliari insieme ad altre sette persone. L'interrogatorio è durato più di tre ore. L'imprenditore ha respinto l'accusa di essere il vertice di un'associazione a delinquere finalizzata ad assicurarsi il controllo di una parte consistente del sistema dei rifiuti romano e regionale. Prima di lui è stato ascoltato che l'ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi, anch'esso agli arresti domiciliari. 

Secondo la ricostruzione degli inquirenti Landi, stretto collaboratore del 'supremo', così come è stato definito Cerroni in alcune intercettazioni, avrebbe fatto da 'cerniera' fra il gruppo del proprietario di Malagrotta e le strutture politico-amministrative della Regione Lazio. Una sorta di braccio destro dell'avvocato in grado di condizionare l'attività dei vari enti pubblici coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti nel Lazio.

Dopo Landi è stata la volta di Cerroni, accompagnato dai suoi legali, Bruno Assumma e Giorgio Martellino, che non si è sottratto alle domande dei gip. Cerroni ha respinto la tesi secondo cui, dietro lo spauracchio dell'emergenza rifiuti, dovuta prevalentemente alla chiusura della discarica di Malagrotta, avrebbe influenzato l'operato delle amministrazioni pubbliche. Anzi. L'avvocato ribalta la lettura dei fatti: non era Cerroni a ricorrere alla politica ma il contrario. Secondo il 're de rifiuti' grazie alla sua approfondita conoscenza del mestiere sono stati i diversi referenti delle amministrazioni pubbliche a rivolgersi a lui. “E' inutile parlare con consulenti e specialisti: basta parlare con me” avrebbe detto Cerroni al gip. L'avvocato si è addirittura definito “l'oracolo” in materia di rifiuti. “Dovreste farmi un monumento”. 

"Manlio Cerroni ha dato un contributo di chiarezza, ha risposto a tutte le domande ed a nostro parere è stato convincente. E' sempre un leone" hanno detto gli avvocati Bruno Assumma e Giorgio Martellino. "Cerroni ha ribadito la correttezza del suo operato l'interrogatorio è andato bene e presto presenteremo una memoria". Alla domanda se impugneranno la misura degli arresti domiciliari davanti al tribunale del riesame, hanno risposto: "Dobbiamo valutare, ci sono cento fascicoli da esaminare e la vicenda è particolarmente complessa". 

Domani completeranno il primo giro di interrogatori Luca Fegatelli, già dirigente dell'Area Rifiuti della Regione Lazio, e Raniero De Filippis, responsabile del Dipartimento del territorio della Regione Lazio.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inchiesta rifiuti, il ruggito del leone Cerroni: "Sono l'oracolo, ho salvato Roma"

RomaToday è in caricamento