rotate-mobile
Cronaca

Inchiesta metro C: venti assoluzioni e 4 condanne davanti alla Corte dei Conti

Si chiude così l'inchiesta per cui i pubblici ministeri avevano quantificato un danno erariale da oltre 221 milioni di euro

Quattro condanne e venti assoluzioni, un danno erariale quantificato in oltre 221 milioni di euro ridotto a 115, diventati poi 2,3 in risarcimenti. Si è chiuso così il processo aperto davanti alla Corte dei Conti sui finanziamenti per i lavori della metro C che ha coinvolto 25 tra amministratori e dirigenti pubblici.

La sentenza è arrivata giovedì e ha di fatto smontato l’impianto accusatorio dei pubblici ministeri. I giudici amministrativi, come detto, hanno quantificato il danno erariale nei confronti di Comune di Roma, ministero delle Infrastrutture e Regione Lazio in 115 milioni. I fatti risalgono al 2008 e poi al 2011, e vedono al centro due verbali di accordo con cui il Comune, attraverso la società Roma Metropolitane, riconosceva al consorzio Metro C soldi per il ritardo dei tempi contrattuali previsti per la costruzione dell'opera. Denaro che per l'accusa non era invece dovuto.  

I giudici hanno quindi condannato 4 dirigenti del Mit e di Roma Metropolitane, accusando i primi di non avere svolto il ruolo di controllori, i secondi di avere dato il via libera ai risarcimenti alle aziende impegnate: si tratta dell'amministratore delegato e del direttore di Roma Metropolitane, che dovranno pagare 800mila euro ciascuno, e dell’ex direttore e l'ingegnere del ministero, condannati al pagamento di 350mila euro ciascuno.

 Assolti invece tutti gli altri imputati, tra cui Gianni Alemanno, allora sindaco della Capitale, Guido Improta, assessore ai trasporti con Ignazio marino e Chicco Testa presidente di Roma metropolitane. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Inchiesta metro C: venti assoluzioni e 4 condanne davanti alla Corte dei Conti

RomaToday è in caricamento