Collatina, stanotte ancora fiamme: ex pastificio a rischio crollo. Occupanti in strada
Cinquanta famiglie rom hanno tentato di occupare un altro stabile disabitato, sempre su via Collatina. Infuriati i residenti di La Rustica e Tor Sapienza: "Da mesi denunciamo i roghi tossici nell'indifferenza di municipio e Comune"
Gip e autobotti, vigili urbani, polizia di Stato, Campidoglio, Protezione Civile. Forze dell'ordine al completo, perché le fiamme hanno ripreso ad ardere nel cuore della notte in mezzo a plastica e copertoni. Nel quadrilatero al confine tra La Rustica e Tor Sapienza, è il terzo intervento in 48 ore.
Il fabbricato di via Petiti occupato per mesi da famiglie rom, dove domenica notte è scoppiato il primo incendio, oggi rischia il crollo. Per i vigili del fuoco l'unica modalità di spegnimento possibile rimane con le pompe dall'esterno. Entrare è impossibile. Mentre scriviamo, il fuoco è domato, ma il rischio che nella discarica al seminterrato, tra gomme d'auto e pezzi di metallo, si riaccendano focolai impedisce di chiudere l'operazione. Sul posto gli uomini del gruppo Spe (Sicurezza Pubblico Emergenziale) guidati dal comandante Antonio Di Maggio, restano in presidio. Il fumo appesta ancora l'aria, irrespirabile per tutti, per gli agenti sul posto, per le famiglie di occupanti rimaste in strada.
GLI OCCUPANTI - Parliamo di circa 50 nuclei, in totale 150 persone, almeno la metà minori, che da mesi si sono insediate nella struttura a pochi metri dalla Bricofer e dal palazzo di rifugiati e richiedenti asilo, con baracche annesse nel perimetro confinante. Per il dipartimento Politiche Sociali, l'unica alternativa abitativa possibile prevede la separazione delle famiglie. La risposta è un no netto e scontato. La notte l'hanno passata al freddo nella nuvola di fumo tossico. Prima il blocco stradale con le bombole del gas su via Collatina - "noi da qui non ce ne andiamo" - poi il tentativo di occupare uno stabile abbandonato sulla Collatina. La Polizia li ha immediatamente allontanati.
I RESIDENTI - E a respirare la nube alla diossina, seppur non sul marciapiede, ci sono anche i residenti, gonfi di rabbia per tutte le denunce sporte e mai ascoltate, per quella piccola terra dei fuochi che le istituzioni fanno finta di non vedere, per un rogo identico dell'8 agosto scorso che li ha costretti a evacuare le loro abitazioni. Per quell'indifferenza che rimane oltre proclami e passerelle.
