Incendio all'oleodotto: la conta dei danni, c'è rischio inquinamento da idrocarburi
Ad essere stata interessata dal tentativo di furto è stata la cameretta valvole di intercettazione dell'Oleodotto ENI 'Pantano - Fiumicino', situata nel XII Municipio
E' l'ora della conta dei danni dopo l'incendio avvenuto nella notte tra l'1 e il 2 dicembre all'oleodotto Eni di Maccarese e che ha bloccato anche il traffico in autostrada Roma Civitavecchia. Il rogo, secondo i primi riscontri, sarebbe scoppiato a causa di un tentativo di furto.
I fatti si sono verificati a monte dell'Autostrada, quindi oltre il territorio del Comune di Fiumicino ed esattamente nel Comune di Roma. Ad essere stata interessata dal tentativo di furto è stata infatti la cameretta valvole di intercettazione n.8 dell'Oleodotto ENI 'Pantano - Fiumicino', situata nel XII Municipio del Comune di Roma.
"Si tratta di un altro tentativo, mal riuscito, di furto di cherosene, avvenuto forzando un pozzetto e la valvola della condotta. Evidentemente il sistema di allarme e i sensori installati (o che dovevano essere installati) non sono stati sufficienti ad evitare il danno", spiega il sindaco Esterino Montino.
"E' un fatto assolutamente grave, perché oltre al pericolo per l'incolumità immediata delle persone e delle cose, c'è sempre un pericolo grande che riguarda l'inquinamento da idrocarburi delle falde acquifere e di tutto il territorio attraversato dalla condotta stessa, oltre che di quello circostante" conclude Montino.
Sul posto è presente l'assessore all'Ambiente Roberto Cini per una prima valutazione dei danni anche di eventuali sversamenti. Insieme a lui, l'assessore Giujusa del XI Municipio di Roma.
"L'oleodotto è momentaneamente non in funzione in attesa di essere riparato - spiega Cini -. Stiamo verificando che nelle vicinanze non ci siano canali che poi si ricongiungono con quelli che attraversano il nostro Comune".