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Cronaca Colli Aniene / Largo Nino Franchellucci

Incendio di Colli Aniene, proseguono le indagini. Fari e più controlli contro gli sciacalli

Gli inquilini puntano il dito contro la ristrutturazione. Ma le indagini al momento non hanno riscontrato anomalie. Nelle prossime ore sono attese in procura le relazioni di vigili del fuoco e polizia

Colli Aniene vuole ripartire, ma i tempi sono ancora incerti. Da una parte ci sono le famiglie che vogliono rientrare nelle loro case. Dall'altra ci sono le cautele di chi indaga. Nel mezzo le istituzioni che tentato di organizzare i controlli per evitare fenomeni di sciacallaggio. Una cosa è certa. La paure e il dolore sono ancora palpabili.

D'altronde l'inferno di Colli Aniene ha lasciato quasi cento persone senza casa e Antonio D'Amato senza vita. A indagare è la polizia assieme ai vigili del fuoco, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto procuratore Roberta Capponi. Quel che è certo è che intorno alle 13.30 circa del due giugno, le fiamme sono divampate dal basso raggiungendo rapidamente il cappotto termico del secondo piano, per poi risalire.

Sono tre le rampe di scale poste sotto sequestro, ma il fumo e la fuliggine si sono propagati in tutto l'edificio. "Due delle tre donne intubate, sono state estubate", ha detto oggi il minisindaco Massimiliano Umberti che sta dando costantemente aggiornamenti sulla vicenda, strizzando anche l'occhio alla sicurezza: "Nella riunione di ieri sera sono stati prolungati i servizi di sorveglianza da parte della polizia di Stato, dei carabinieri e della polizia Locale. Saranno montati dei fari d’illuminazione sul lato Largo Franchellucci e domani saranno posizionati i bagni chimici", ha detto riferendosi ai controlli anti sciacalli.

Anche oggi sarà attivo il presidio dei vigili del fuoco per tutti coloro che vorranno andare a riprendere gli effetti personali all'interno degli appartamenti. "Abbiamo chiesto di accelerare al massimo le procedure di verifica per rendere agibile il civico 81 per permettere di rientrare a tutta la scala", ha aggiunto Umberti, ma una cosa è certa i tempi non saranno brevi, almeno non per tutti.

Chi indaga è al lavoro per individuare il punto d'innesco dell'incendio di venerdì scorso. Il sospetto è che a far partire il rogo possa essere stato un apparecchio lasciato acceso nel cantiere edile allestito al pianterreno. "Il cantiere non ha nessuna colpa, i lavori erano sulla facciata", aveva assicurato Laura Pompeo, responsabile amministrativo della ditta che stava svolgendo i lavori per il superbonus lì.

Con il passare delle ore si rafforza l'ipotesi di un rogo accidentale, oltre le altre ipotesi di reato contestate dalla procura, al momento, contro ignoti. I pm sono in attesa delle informative da parte della polizia scientifica e dei vigili del fuoco, che a loro volta aspettano la delega - attesa per oggi - per indagare e fare altri rilievi. 

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