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Cronaca Centro Storico / Lungotevere Aventino

Vittima dell'usura tentò il suicidio: dopo sei mesi arrestato lo strozzino

Un imprenditore, di fronte alle continue richieste di soldi, aveva tentato di uccidersi nel Tevere. Dopo quattro mesi di indagini, la Procura ha emesso un provvedimento di custodia cautelare

Si è conclusa con l'arresto del suo strozzino, la storia di un imprenditore romano di 40 anni che nel gennaio scorso ha tentato il suicidio. Tartassato dalle continue richieste di un usuraio, D.F., un romano di 55 anni, da cui si era fatto prestare 10 mila euro, aveva ceduto alla disperazione provando a lasciarsi cadere nelle acque, gelate, del Tevere, nei pressi di Ponte Sublicio. Salvato dai poliziotti, dopo un periodo di reticenza a raccontare i particolari della sua storia alle forze dell'ordine per paura di ripercussioni su di sé e sulla propria famiglia, ha sporto denuncia. Quattro mesi di indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, il pm Simona Marazza, con intercettazioni, pedinamenti e appostamenti, hanno portato all'arresto.

Tutto è iniziato dalle difficoltà economiche della sua piccola azienda. Da qui la decisione di rivolgersi a un usuraio. Due i debiti contratti del valore 5mila euro ciascuno con un tasso di interesse su ogni prestito di circa il 300%:  mille euro per ogni prestito. In seguito, l'imprenditore avrebbe dovuto versare mille euro al mese fino alla completa estinzione del 'buco'. Al momento della denuncia, l'imprenditore aveva però dichiarato di aver già versato 13 mila euro. Soldi che non erano bastati all'usuraio che continuava a pretenderne.

Ultima proposta per considerare il debito come 'saldato', quella di versare mille euro al mese per 24 mesi. Le richieste erano pressanti. Addirittura l'uomo si era offerto di trovare delle soluzione alternative per 'andare in contro' al suo cliente come quello di accompagnarlo alla finanziaria di un suo amico o di proporgli di acquistare una macchina da intestargli, sempre con l'aiuto di finanziarie di 'amici'.

Secondo quanto raccontato dall'imprenditore, la forza persuasiva e intimidatrice dell'uomo consisteva nel vantare vincoli con la criminalità organizzata romana. Da qui la paura dell'imprenditore, una volta salvato dai poliziotti, di raccontare tutto alle forze dell'ordine. Solo a febbraio l'uomo si è deciso a sporgere denuncia. È a questo punto che sono scattate le indagini. Gli agenti del Commissariato Trastevere, diretto dal dr. Massimiliano Giordano, hanno organizzato una serie di servizi per stringere il cerchio intorno all’attività dell’usuraio.

La complessa attività di indagine, durata quattro mesi e coordinata dalla Procura della Repubblica, Pubblico Ministero dott.ssa Simona Marazza, effettuata con intercettazioni telefoniche, pedinamenti ed appostamenti, ha delineato il quadro dell’attività e permesso di monitorare la condotta dell’usuraio. I particolari emersi hanno tracciato inequivocabilmente le linee del reato di usura posto in essere da D.F., già noto alle forze dell’ordine per precedenti di polizia specifici, e gli agenti del Commissariato di Trastevere hanno richiesto all’autorità Giudiziaria l’emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere.

Prima dell'arresto è anche stata perquisita la casa di D.F. dove sono stati sequestrati anche assegni e documenti contabili, materiale giudicato interessante e che ora è al vaglio degli investigatori.

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