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Cronaca Civitavecchia

Appartamento usato come "limbo", 200 euro al giorno per restare in attesa del permesso di soggiorno

Durante gli accertamenti, durati parecchi mesi, i poliziotti hanno rintracciato gli stranieri coinvolti nella vicenda

Usavano un appartamento come "limbo", una sorta di porto nel quale sostare - pagando - in attesa che chi era arrivato in Italia per ottenere un permesso di soggiorno, potesse così avere al tempo stesso un posto in cui restare. Tutto sotto compenso, lauto. Perché per quel servizio gli immigrati erano costretti a pagare dai 50 ai 200 euro al giorno, prezzo necessario per restare in quell'appartamento. 

E così, se per avere la documentazione ci volevano dai 30 ai 60 giorni, ecco che la cifra poteva schizzare alle stelle. A scoprire il giro d'affari è stata la polizia. Sono 17 le persone originarie del Marocco e dell’Egitto, di età compresa tra i 20 e i 40 anni, sono state denunciate dagli agenti della Polizia di Stato e finite ore nei guai per "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, falsità ideologica e falsità materiale". 

Tra gli indagati anche i due organizzatori, un 35enne di nazionalità marocchina ed un 30enne egiziano, affittuari di un appartamento nel comune di Cerveteri e in località Marina di Cerveteri che, in cambio del denaro e all'insaputa del legittimo proprietario degli immobili, facevano risultare residenti presso la propria abitazione i connazionali per il tempo necessario al rilascio dei certificati da presentare per ottenere il permesso di soggiorno.

Tra le accuse nei loro confronti anche quella di aver falsificato le "dichiarazioni di aggregazione al nucleo familiare esistente", tutte redatte senza alcun titolo, da uno degli indagati, e le dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà compilate a nome dell'ignaro locatore. L'indagine è partita dalla comunicazione effettuata dalla Polizia Locale del comune di Cerveteri che ha inoltrato agli investigatori del commissariato Civitavecchia, la documentazione relativa alla locazione dei due appartamenti, dove appunto transitavano, di passaggio, numerosi cittadini marocchini ed egiziani che restavano mediamente dai 30 ai 60 giorni prima di richiedere la cancellazione anagrafica.

Durante gli accertamenti, durati parecchi mesi, i poliziotti hanno rintracciato gli stranieri coinvolti nella vicenda che hanno dichiarato di aver usufruito del servizio pagando ai due uomini, conosciuti casualmente, soldi per il tempo che venivano "ospitati" nelle due abitazioni e per ottenere le dichiarazioni necessarie per il rilascio del permesso di soggiorno, lasciando l'appartamento contestualmente al rilascio del documento. Nei confronti degli indagati è inoltre partita la segnalazione all'Ufficio Immigrazione della Questura di Roma.

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