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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio di Imen Chatbouri, Stefan Catoi condannato a 16 anni

L'uomo, oggi 28 anni, è accusato di avere scaraventato giù da Ponte Sisto la campionessa di atletica tunisina la notte tra l'1 e il 2 maggio del 2019

Condanna a 16 anni di carcere per Stefan Iulian Catoi, accusato di avere ucciso l'ex campionessa di atletica tunisina Imen Chatbouri, 37 anni, spingendola giù da Ponte Sisto.

Per il 28enne di origini romene l’accusa aveva chiesto l’ergastolo. Il giudice non ha però riconosciuto l’aggravante della premeditazione, e la sentenza è stata ridotta a 16 anni. Imen Chatbouri è stata uccisa la notte tra l’1 e il 2 maggio del 2019: il suo corpo senza vita è stato trovato su una banchina del Tevere all’alba del 2 maggio e le indagini avevano subito puntato su un uomo che quella sera era stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza prima pedinarla, poi aspettare il momento più opportuno (quando la donna si è appoggiata al parapetto) per avvicinarsi da dietro e spingerla di sotto.

Gli inquirenti erano arrivati a Catoi qualche giorno dopo il delitto, ricostruendone il rapporto con Imen. L’uomo aveva conosciuto “Misciù” in un pub di via Battistini, dove l’ex campionessa diventata personal trainer stava bevendo un drink con il fidanzato olandese. Stando alla ricostruzione degli inquirenti i tre avevano deciso di trascorrere il resto della serata insieme, ma la presenza del giovane romeno e le attenzioni rivolte a Chatbouri avrebbero infastidito il fidanzato, che dopo una lite furibonda se ne andrò lasciandola sola con Catoi. Imen decise a quel punto di rientrare a casa, sola, e dal centro città, nelle immagini delle telecamere di sorveglianza, la si vede dirigersi verso Trastevere. Poco dopo le 3 di notte il delitto: per l’accusa Catoi avrebbe seguito Imen e l’avrebbe spinta nel vuoto per vendetta dopo essere stato rifiutato, allestendo poi la scena per far pensare a una rapina finita male, ma lui si è sempre dichiarato innocente chiedendo anche di indagare più a fondo sul fidanzato della donna.

In primo grado i giudici hanno però sposato la tesi della procura, pur escludendo che Catoi avesse premeditato di uccidere la campionessa tunisina. L’avvocato dell’uomo, Claudia Serafini, nel corso del dibattimento ha sottolineato gli elementi a suo parere incongrui come il rapporto tormentato di Imen con il fidanzato, il fatto che l’uomo sia stato fermato in aeroporto poche ore dopo l’omicidio, pronto a lasciare l’Italia, e anche la mancanza di un’identificazione certa di Catoi dalle immagini delle telecamere di sorveglianza. E ha quindi promesso di riparlarne in appello, dove è decisa a chiedere l’assoluzione per il suo cliente.

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