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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Lungotevere Castel Sant'Angelo

Inchiesta Idi: ville di lusso e 35 immobili, sequestrati beni per 6 milioni di euro

Il sequestro operato dalla Guardia di Finanza nei confronti delle proprietà riconducibili a Padre Decaminada e Domenico Temperini. Congelati anche conti bancari milionari

La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per un valore di 6 milioni di euro riconducibili a Domenico Temperini e Padre Franco Decaminada, quest'ultimo incaricato della gestione dell'Idi. I due sono stati arrestati il 4 aprile scorso. Ville, immobili commerciali e anche un appartamento di lusso a Castel Sant'Angelo. C'era anche questo nel patrimonio immobiliare di Domenico Temperini finito sotto sequestro stamane nell'ambito dell'inchiesta sull'Idi. In tutto 35 unità immobiliari a Roma, Anzio, Zagarolo e L'Aquila, per lo più ville, appartamenti, locali commerciali, box auto, per un valore stimato in circa 4.250.00 euro.

BENI DI LUSSO - Padre Decaminada, Consigliere Delegato della “Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione” dal 2004 al dicembre 2011 invece, è risultato intestatario di un solo immobile, del valore stimato di circa 300mila euro. Ben 34 degli immobili intestati a Temperini, confluiti in due fondi patrimoniali costituiti, rispettivamente, nel 2006 e nel 2009 ed intestati a lui ed alla ex moglie. Ai due indagati sono, inoltre, state sequestrate le somme su numerosi conti correnti, sino ad arrivare ad oltre 1,5 milioni, così colmando la differenza tra il valore dei beni indicato nel provvedimento del giudice e quello relativo alle unità immobiliari oggetto di sequestro.

SEQUESTRO - Il sequestro, disposto dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Roma Antonella Capri su richiesta della locale Procura della Repubblica (Procuratore Aggiunto Nello Rossi e Sostituti Procuratori Giuseppe Cascini e Michele Nardi) scaturisce dalle indagini del Nucleo Polizia Tributaria di Roma, in relazione ai reati di appropriazione indebita aggravata e bancarotta fraudolenta patrimoniale, per un ammontare di oltre 14 milioni di euro, commessi sino al 2012, che hanno contribuito al dissesto finanziario della “Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione”, ente ecclesiastico giuridicamente riconosciuto, da fine marzo in amministrazione straordinaria. A quest’ultima fanno capo, tra gli altri, l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata Concezione (Idi), il San Carlo di Nancy e Villa Paola. Gli accertamenti, rientranti nell’operazione “Todo Modo”, avevano già consentito di fare luce su una serie di condotte distrattive, realizzate con modalità differenti, da tre soggetti destinatari delle ordinanze di custodia cautelare eseguite ai primi di aprile.

FALSE FATTURAZIONI - Mediante false fatturazioni in relazione a prestazioni del tutto inesistenti, sono state trasferite dalla Provincia Italiana a due società, la “Elea S.p.A.” e la “Elea FP S.c.a.r.l.”, entrambe riconducibili al Temperini importi per circa 11,5 milioni di euro. Una parte rilevante delle somme destinate alle due Elea- il cui amministratore delegato, dal 2006 al 2012, è stato proprio il Temperini - è confluita, attraverso l’ulteriore emissione di fatture false, sui conti correnti di un’altra società, la “Gi.Esse Info Service srl" intestata ad un prestanome ma, di fatto, riconducibile sempre a Temperini.

EVASIONE FISCALE - Oltre alle condotte criminose, le Fiamme Gialle hanno appurato l’evasione, da parte della Provincia Italiana, dell’I.RE.S. e dell’I.V.A, per importi quantificati - dal 2007 (annualità a partire dalla quale è applicabile l’istituto del sequestro preventivo volto alla confisca “per equivalente”  per i reati tributari) in avanti - in oltre 3,3 milioni di euro.  Ammonterebbero, invece, a circa 1,9 milioni e 800.000 euro le imposte evase dalla ELEA e dalla “GI.E.SSE”.

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