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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Disabile giù dalla finestra durante accertamento della polizia. La denuncia choc della famiglia

Hasib Omerovic, da 50 giorni è ricoverato in gravi condizioni in ospedale. La famiglia ha raccontato la sua versione della storia in una conferenza stampa insieme all'associazione 21 luglio e al deputato Riccardo Magi. L'accusa è di tentato omicidio

Lasciato a terra sanguinante dopo un volo di circa 8 metri, da una finestra. Conseguenza di una colluttazione che quell'uomo, il 36enne Hasib Omerovic, avrebbe avuto in casa con quattro agenti della polizia di Stato "in borghese e senza mandato". Una denuncia choc, quella della famiglia Omerovic/Sejdovic, raccontata in una conferenza stampa oggi, svolta nella sede della camera dei deputati, alla presenza della madre di Hasib Omerovic, del portavoce dell'associazione 21 Luglio Carlo Stasolla, del deputato Riccardo Magi e degli avvocati Arturo Salerni e Susanna Zorzi. 

Un racconto corroborato anche da una foto, quella che abbiamo pubblicato in questo articolo, che evidenzia i traumi riportati nella caduta. La famiglia del 36enne ha presentato anche un esposto che, stando a quanto riportato, ha portato il pubblico ministero ad avanzare l'ipotesi di reato di tentato omicidio. Questo anche perché Hasib Omerovic, a causa di quei gravi traumi riportati, è da 50 giorni in condizioni gravissime. 

L'arrivo della famiglia a Primavalle

Nel raccontare i fatti, l'associazione 21 Luglio ha voluto fare una premessa. Da circa tre anni la famiglia di origine rom, di cui fanno parte i genitori, due figli minorenni e altri due figli disabili - tra cui Hasib appunto - "avendo portato avanti con successo un percorso di inclusione sociale è fuoriuscita dall'insediamento di provenienza per fare ingresso in un'abitazione di edilizia residenziale pubblica a Primavalle". Stando a quanto riportato, la famiglia Omerovic/Sejdovic si sarebbe "inserita positivamente nel tessuto sociale del quartiere". 

Cosa è successo a Hasib Omerovic

A luglio, la calma trovata dalla famiglia però si interrompe. Sui social sarebbe comparso un post, poi cancellato, nel quale veniva dipinto Hasib Omerovic - sordomuto dalla nascita e incensurato - come una persona pericolosa e dal quale sarebbero scaturite voci "relative a sue presunte azioni volte a infastidire alcune giovani del quartiere", questo quanto reso noto nella ricostruzione emersa dalla conferenza stampa. 

Il 25 luglio, secondo quanto messo nero su bianco nell'esposto presentato poi dalla famiglia di origine rom alla procura della repubblica di Roma, nell'appartamento sarebbero avvenuti fatti che ora necessitano di una risposta. In casa c'erano Hasib e l'altra sorella disabile. A fargli visita quattro persone "in borghese e senza mandato" che si sarebbero qualificate come "agenti della polizia di Stato" hanno fatto il loro ingresso nell'appartamento. Vengono chiesti i documenti di Hasib, che li deposita sul tavolo. 

A questo punto la ricostruzione della famiglia si fa cruda. Secondo quanto appreso da una testimonianza, in casa sarebbe nata una colluttazione. Nell'esposto presentato dalla famiglia si legge anche anche quando le persone qualificate come agenti della polizia di Stato sarebbero uscite dall'appartamento, il corpo di Hasib è stato lasciato "insanguinato sull'asfalto, dopo essere precipitato dalla finestra della sua camere da un'altezza di circa 8 metri, andando ad impattare sul manto si cemento sottostante". 

Una immagine fotografata e resa pubblica dalla famiglia. In casa, si legge ancora, "sarebbero stati rinvenuti il manico di una scopa spaccato in due e numerose macchie di sangue su vestiti e lenzuola", inoltre la "porta della camera di Hasib sarebbe risultata sfondata". 

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Le indagini

Chi ha rotto la porta e la scopa? Il manico è stato usato come un'arma? E ancora, Hasib si è lanciato per paura o è stato spinto? Domande alle quali la famiglia chiede risposte. "Mio figlio è in condizioni gravi al Gemelli", ha raccontato la madre di Hasib Omerovic che chiede giustizia: "Voglio conoscere la verità di quanto accaduto in quei drammatici minuti dentro la mia abitazione. La vita della mia famiglia è irrimediabilmente devastata. Ci siamo dovuti allontanare dalla nostra casa perché abbiamo paura e attendiamo dal comune di Roma una nuova collocazione. Come madre non cesserò di fare di tutto per conoscere la verità su quanto accaduto a mio figlio e agire di conseguenza". Sul caso la procura di Roma ha aperto fascicolo. 

L'interrogazione al ministero dell'Interno

Sul caso anche la politica si è mossa. Il deputato Riccardo Magi ha presentato una interrogazione al ministero dell'Interno: "Di fronte a questa tragedia e alla dinamica ancora non chiarita che la rende ancora più sconvolgente, la famiglia di Hasib chiede e merita risposte chiare e in tempi brevi. La madre ha deciso di mostrare l'immagine scioccante del proprio figlio che giace sull'asfalto dopo essere precipitato nella speranza che l'attenzione pubblica possa aiutarla per ottenere verità. Le istituzioni democratiche tutte hanno il dovere e insieme il bisogno della stessa verità". 

Carlo Stasolla, portavoce dell'associazione 21 luglio che segue e supporta la famiglia anche sotto il profilo legale, aggiunge: "Se questa vicenda dai profili ancora poco chiari, sarà importante il lavoro della magistratura. Che faccia il suo lavoro senza interferenze e pressioni e che le istituzioni democratiche garantiscano alla madre di Hasib il raggiungimento della verità alla quale ha diritto. Noi, come associazione, vigileremo". La 21 Luglio, sul proprio sito, ha anche lanciato una raccolta firme indirizzate al capo della polizia Lamberto Giannini per chiedere di aiutare a far luce su quanto successo lo scorso 25 luglio a Primavalle. 

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