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Cronaca

Dalla Basilicata a Tor Bella Monaca per comprare droga: la "merce" pubblicizzata sul canale Telegram

Due ventenni di Potenza sono stati arrestati al termine di una spedizione finalizzata all'acquisto di droga da rivendere nella loro città

Dalla Basilicata a Roma, nello specifico Tor Bella Monaca, per fare il pieno di hashish e poi tornare a Potenza per rivenderlo: a partire per la spedizione due ventenni, arrestati dalla polizia durante un’operazione finalizzata proprio a smantellare una rete di compravendita di sostanze stupefacenti costruita su un canale Telegram.

La droga pubblicizzata su un canale Telegram

Il canale aveva il per nulla sottile nome de “Il fumo di Tor Bella”, e secondo gli investigatori del commissariato Porta Pia, coordinati dal dirigente Angelo Vitale, veniva utilizzato dai pusher di una delle più attive piazze di spaccio romane per far uscire la droga dai confini regionali.

I due ventenni di Potenza figuravano tra gli acquirenti: prima l’accordo su Telegram, dove la “merce” veniva pubblicizzata, poi il viaggio sino alla periferia Est di Roma per ritirare la partita concordata, due chili di hashish, sei grammi tra marijuana e cocaina. Una volta consegnati i soldi, e infilati i panetti nello zaino i due ventenni sono saliti a bordo di un taxi per farsi riaccompagnare alla stazione dei pullman e tornare a casa.

I due ventenni bloccati alla stazione dei pullman

L’idea era di evitare in questo modo i controlli di polizia, ma gli investigatori erano già sulle loro tracce: li hanno seguiti e intercettati non appena scesi dalla macchina, ed è scattato l’arresto a pochi metri dal terminal sulla Tiburtina.

I due ragazzi, incensurati, tra zainetti e slip trasportavano un quantitativo di hashish pari a 21.000 dosi. Sono stati portati prima in commissariato, poi in tribunale per essere sottoposti a rito direttissimo. Il giudice li ha condannati a tre anni e quattro mesi di carcere con divieto di dimora a Roma e foglio di via obbligatorio.

Il gruppo Telegram intanto è stato chiuso, e le indagini proseguono per capire quanto sia estesa la rete (anche tramite altri gruppi) e quanti affari siano stati conclusi sfruttando l’anonimato dell’app, molto spesso utilizzata per condurre trattative di questo genere.

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