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La grattachecca nei test di Medicina: bufera alla Sapienza

Una domanda di logica nei test di ammissione accende lo scontro. Frati: "Era un quesito deduttivo, anche un coglione lo sa". Il Codacons annuncia una class action e l'Udu presenta ricorso

“Nei pressi del noto Liceo Tacito di Roma si trova la "grattachecca di Sora Maria", molto nota tra i giovani romani. Sapresti indicare quali sono i gusti tipici serviti? Menta, limone, amarena, cioccolato...”. La domanda appena citata non proviene da un quiz de La Settimana enigmistica. E' uno dei quesiti posti  nei test d'ammissione per le professioni sanitarie all'Università La Sapienza. Sì, avete capito bene: i futuri medici e infermieri si selezionano anche così, cercando di farli ragionare su cosa è la grattachecca.

Già, perché il quesito era prettamente di logica. Di che tipo? Lo spiega il rettore de La Sapienza che intervistato racconta: “E’ un quesito deduttivo tipico della logica di un medico e di un infermiere, anche se non è correlato all’argomento di medicina. Anche un coglione lo sa”.
“Tra le risposte”, continua Frati, “ce n’era una sola giusta, mentre nelle altre quattro, accanto ai gusti tradizionali, era inserito un gusto atipico. Se poi c’è qualcuno che questo non lo ha capito...”.

Ed evidentemente qualcuno non lo ha capito. Il Codacons per esempio, ma anche l'Udu. Per l'associazione dei consumatori infatti quanto accaduto è la prova del 9 che conferma la necessità di eliminare i test di ammissione e chiede, quindi, al ministro Gelmini di provvedere in tal senso. “E' assurdo, infatti, che il Governo voglia modificare l'art. 41 della Costituzione sulla libera iniziativa economica e poi impedisca il libero accesso alle professioni. Il numero chiuso alle università, infatti, è lesivo del diritto allo studio e alle professioni garantito dalla Carta Costituzionale agli artt. 3, 33 e 34 e dalle direttive comunitarie e, paradossalmente, non serve a selezionare chi è veramente meritevole di proseguire gli studi ed accedere alla carriera professionale”.

L'Udu invece annuncia il ricorso. “Sembra una barzelletta invece purtroppo così non è. Da anni l’Udu lotta contro il sistema del numero chiuso, in quanto metodo iniquo di sbarramento a priori all’accesso al sapere. Inoltre, come sindacato universitario, abbiamo sempre denunciato che i test non hanno nessun valore di selezione e che spesso le domande presentano errori o vertono su argomenti al limite dell’assurdo. Ne è questo un chiaro esempio: come si può pensare -chiede l’Udu- che per accedere alla formazione di una professione sanitaria si debbano sapere le specialità di un chiosco romano?”.

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