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Banda della Magliana: confiscati beni per cinque milioni di euro

Sottoposto a sorveglianza speciale Giuseppe Giagnoli, prestanome di Enrico Nicoletti. Ville, terreni, auto di lusso e attività commerciali nella zona sud della Capitale, questo il patrimonio sequestrato dalla Dia di Roma

Un patrimonio da 5 milioni di euro. Appartamento, ville, terreni, auto di lusso e d'epoca e attività commerciali. Questo quanto confiscato nella zona di Roma sud dalla Dia (Direnzione Investigativa Antimafia) a Giuseppe Giagnoli, romani di 58 anni e prestanome di Enrico Nicoletti, tesoriere della Banda della Magliana.

GIAGNOLI E LA BANDA - Secondo quanto riferito dalla Dia, Giuseppe Giagnoli, che é stato sottoposto data la sua pericolosità, a misure di sorveglianza speciale per due anni, era già stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere di stampo mafioso nel 2003 insieme ad Enrico Nicoletti ed altre 27 persone. Giagnoli, 58 anni, dalla metà degli anni Novanta, per conto del capo della Banda della Magliana ha gestito numerose società operanti nel settore del commercio di autoveicoli.

RATE MAGGIORATE - In particolare i proventi della sua attività sono stati utilizzati per attività usuraie. Il metodo ideato da Giagnoli era particolarmente ingegnoso. L'uomo, sempre secondo la nota della Dia "costringeva le sue vittime a comprare vetture presso le sue concessionarie ad un prezzo superiore al valore reale, facendo poi pagare rate maggiorate comprendenti anche i versamenti usurari. Questo sistema, ideato per evitare di lasciare tracce utili alla ricostruzione delle operazioni, ha reso particolarmente complesso il lavoro degli investigatori che però sono riusciti a delineare, nel dettaglio, le numerosissime transazioni illecite".

ACCUSE - La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino, su proposta della Direzione Distrettuale di Roma, confermando l'impianto investigativo della Procura e della Dia, nell'emettere il provvedimento, ha evidenziato che "Giagnoli Giuseppe, dopo aver accumulato un patrimonio a seguito di numerosi delitti, ha poi deciso di investire tale ricchezza nella più proficua attività usuraria, utilizzando il medesimo modus operandi appreso in via diretta da un criminale di notevole spessore come Enrico Nicoletti" .

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