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Cronaca

De Tomasi, ex della banda della Magliana riciclato nell'usura: in galera "Sergione"

Giuseppe De Tomasi, detto Sergione, il "Mario" del sequestro Orlandi, aveva messo su una holding familiare dell'usura con cui strozzava i suoi debitori che raccoglieva nelle sue sale giochi

L'operazione della mobile effettuata stamattina ha permesso di scoprire una vera e propria holding familiare dell'usura, messa in piedi da uno che nel giro c'è già un po', tanto da aver fatto parte dell'ormai famigerata Banda della Magliana. Giuseppe De Tomasi aveva tirato su una sorta di gruppo criminale tra congiunti basato su un imponente giro di usura e la gestione di sale da gioco, giro che oggi ha portato al suo arresto e a quello di altre 11 persone.

HOLDING FAMILIARE - La banda imponeva tassi usurai che raggiungevano anche il 5% mensili. Tra le vittime imprenditori, uomini appartenenti alle forze dell'ordine e personaggi del mondo dello spettacolo. "Si tratta di soggetti - ha spiegato Vittorio Rizzi, capo della Mobile - costretti a chiedere prestiti anche per debiti di gioco. In base a quanto abbiamo accertato, De Tomasi sapeva calibrare le richieste rispetto alla disponibilità delle vittime: lo faceva per evitare il rischio di denunce". Il figlio di Sergione, Carlo Alberto, gestiva tre sale da gioco a Roma che ora sono state poste sotto sequestro. "I giocatori d'azzardo per fare fronte ai debiti si rivolgevano all'uomo per chiedere prestiti" ha aggiunto Rizzi. In totale sono circa 54 le perquisizioni effettuate e in particolare una, ancora in corso, presso l'abitazione della figlia di De Tomasi, Arianna, dove gli inquirenti sospettano sia nascosto il "tesoro" della banda. I conti correnti sequestrati sono 21, dieci gli immobili tra cui anche delle villette in costruzione. Le forze dell'ordine hanno posto sigilli anche a 10 autovetture e sequestrati le quote azionarie di 10 società.

IL TESORO - Come la holding era gestita in famiglia, familiare era anche il nascondiglio di parte del tesoro della banda: un cuscino dove sono stati trovati 30 mila euro. "In quell'occasione ci è sembrato strano - hanno spiegato gli inquirenti - il fatto che De Tomasi non mollasse mai il cuscino, anche quando si è accasciato per un malore".

SEQUESTRO ORLANDI - Gli undici arresti si intrecciano con uno dei "cold case" più noti della recente storia italiana: il rapimento di Emanuela Orlandi. Ed è proprio dall'inchiesta del procuratore aggiunto Gian Carlo Capaldo sui legami tra il sequestro della Orlandi con la Banda della Magliana che gli inquirenti hanno fatto luce sul gruppo di usurai. Giuseppe De Tomasi detto Sergione, secondo gli inquirenti a capo del gruppo finito in manette e storico componente della banda della Magliana, è il "Mario" che , il 28 giugno '83, sei giorni dopo la scomparsa di Emanuela telefono' a casa della famiglia della ragazza. Tra gli arresti c'è anche il figlio di De Tomasi, Carlo Alberto, che secondo una consulenza fonica sarebbe la persona che nel 2005 chiamò alla trasmissione "Chi l'ha visto" affermando che nella basilica di Sant'Apollinare era sepolto Enrico De Pedis, detto Renatino.

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