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Cronaca

Morte di Giovanni Manna, si scava tra documentazione e testimonianze

La procura ha sequestrato cartella clinica e altra documentazione e sta ascoltando le persone che potrebbero fornire elementi utili a capire cosa sia successo dalle 19.30 di giovedì 16 novembre al pomeriggio di sabato 20

Vanno avanti le indagini sulla morte di Giovanni Manna, il pensionato affetto da Alzheimer trovato senza vita nel parco dell’Insugherata dopo essersi allontanato dal pronto soccorso del Policlinico Gemelli.

Sequestrate cartella clinica e documentazione

Il pubblico ministero incaricato di fare luce sulla vicenda, Stefano Luciani, ha sequestrato cartella clinica e documentazione relativa all’accesso dell’uomo in ospedale, e sta raccogliendo le testimonianze delle persone - dalle forze dell’ordine agli operatori sanitari - in grado di fornire indizi utili a capire cosa sia accaduto tra le 19.30 di martedì 16 novembre, quando Manna è arrivato in ospedale, e il pomeriggio di sabato 20, quando il suo corpo è stato ritrovato in un angolo del parco zona Roma Nord.

Dai primi accertamenti sembra che il personale sanitario fosse effettivamente a conoscenza della patologia dell'uomo, ma che nessuno avrebbe chiamato i figli o le forze dell'ordine quando ne è stata notata l'assenza in sala d'attesa. E questo nonostante il pensionato avesse manifestato l'intenzione di tornare a casa.

I figli: "Dall'ospedale non ci hanno avvisato che si era allontanato"

La moglie e i figli del pensionato non si danno pace: dalla sera del 16 novembre si domandano come sia potuta accadere una tragedia simile, e si chiedono di chi sia la responsabilità dell’allontanamento di Giovanni da una struttura cui era stato affidato e dove avrebbe dovuto essere monitorato, soprattutto alla luce della sua patologia e della sua fragilità. Eppure Manna intorno alle 21.30 è riuscito a uscire dalle porte dell’ospedale senza che nessuno lo fermasse o quantomeno lo interrogasse sulle sue intenzione, ha chiamato il figlio lamentandosi per la lunga attesa e chiedendo di tornare a casa e poi si è allontanato nelle notte romana, venendone inghiottito in pochi minuti.

“Il figlio del signor Manna e la moglie erano a poca distanza dal Gemelli, a casa della consuocera - spiega l’avvocato Silvia Contestabile, che assiste la famiglia - Stavano mangiando qualcosa in attesa di avere dall’ospedale notizie e aggiornamenti sulla salute del padre”. Quando hanno ricevuto la chiamata dell’uomo (sua, e non del personale o della direzione sanitaria) si sono precipitati davanti all’ospedale. Di lui però non c’era ormai più traccia, e per 4 giorni nessuno, nonostante le ricerche a tappeto, è riuscito a rintracciarlo sino a quando non si è rivelato troppo tardi.

Giovanni è arrivato al Gemelli dopo essere svenuto in casa: soffriva di cuore, aveva dei precedenti, e la moglie e i figli hanno deciso di comune accordo di non rischiare e di portarlo in ospedale, vista anche l’ora. Hanno chiamato il 118 e a casa della coppia, zona Roma Nord, è arrivata un’ambulanza seguita dall’auto con a bordo uno dei figli dell’uomo. Gli operatori avrebbero avvisato la famiglia che i protocolli Covid complicano gli accessi in pronto soccorso con il paziente, e che ci sarebbe stato da attendere, e così la famiglia ha deciso di aspettare l’esito della visita per capire come comportarsi. Manna è partito verso l’ospedale in ambulanza con in tasca cellulare, portafoglio e poco più: due ore dopo era sparito, e nessuno è stato in grado di spiegare come sia stato possibile.

"Le responsabilità ci sono e verranno accertate"

“Abbiamo fatto presente immediatamente che mio padre aveva l’Alzheimer e aveva bisogno di supervisione”, ha chiarito da subito il figlio Matteo, mentre l’avvocato Contestabile ribadisce ferma: “Se ci sono responsabilità da parte di qualcuno, e riteniamo che ci siano, la procura lo accerterà”. Procura che ha aperto un fascicolo al momento contro ignoti per abbandono di incapace aggravato: le indagini mirano ad accertare se effettivamente Manna sia stato abbandonato a se stesso nell’attesa della visita, pur con la consapevolezza che avrebbe potuto essere in stato confusionale o perdere riferimenti utili a causa della sua patologia. Si attendono intanto i risultati dell'autopsia, disposta per capire che cosa abbia effettivamente causato la morte del pensionato. Il medico legale che l'ha eseguita ha 60 giorni di tempo per depositare i risultati.

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