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Domenica, 3 Dicembre 2023
Cronaca

Morto Giovanni Aricò, il 'principe' degli avvocati: "Se ne va un maestro"

Avvocato penalista e cassazionista, si è spento a 81 anni dopo una lunga carriera che lo ha reso uno dei giuristi più noti e apprezzati d'Italia

Il mondo della giustizia romana perde uno dei suoi rappresentanti più noti e stimati: è morto a 81 anni Giovanni Aricò, avvocato penalista e cassazionista conosciuto in tutta Italia, oltre che per la competenza, anche per l’umanità e la professionalità.

I funerali di Aricò si sono tenuti lunedì nella chiesa San Pio X, alla Balduina: originario di Santa Maria Capua Vetere, si era trasferito a Roma negli anni settanta, subito dopo avere indossato la toga. Tra i suoi processi più famosi ci sono quello sulla scomparsa di Denise Pipitone e quello per l’omicidio della studentessa della Sapienza Marta Russo. 

Decine i messaggi di cordoglio condivisi alla notizia della sua scomparsa, non soltanto dai professionisti di piazzale Clodio ma da tutta Italia: “I magistrati romani esprimono vicinanza alla famiglia e al foro che perde uno dei suoi professionisti più stimati”, ha detto in una nota la giunta esecutiva dell’Associazione Nazionale Magistrati del Lazio, mentre la Camera Penale di Roma ha affidato all’avvocato Fabrizio Merluzzi, allievo di Aricò, il compito di celebrarne la memoria.

“Non era solo accademia o cultura giuridica, ma era l’esempio della grande passione che contraddistingue l’Avvocato penalista di razza - ha scritto Merluzzi - Noi giovani lo avevamo un po’ tutti preso come maestro e come esempio cui riferirci per tentare di emularlo. Non c’è studente con cui ho avuto modo di parlare che non abbia esternato la stima per il Professore, ma soprattutto per l’uomo che lo accompagnava nel suo percorso formativo. Questa era la sua più grande dote e cioè quella umanità che lo permeava in ogni momento della vita”.

“Memorabile la sua discussione in un processo per concorso morale in omicidio - ricorda ancora Merluzzi - quando disse alla Corte: ‘io sono un grande tifoso di Maradona e non sapete quanto io segua il pallone calciato da lui accompagnandolo con tutte la mie forze dentro la porta, ma nessuno ha mai detto o scritto che io abbia segnato tanti goal’. La sentenza venne annullata”.

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