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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Roma Pride 2015, in piazza il 13 giugno: "Ci saranno anche Marino e la giunta"

Il corteo andrà da piazza della Repubblica a piazza Venezia passando per l'Esquilino. 15 i carri presenti. L'assessore Cattoi: "Saremo presenti con uno striscione istituzionale"

Lo slogan riassume in una parola tutte le rivendicazioni della comunità Lgbti: 'Liberiamoci'. Si terrà sabato 13 giugno, il Roma Pride 2015, la manifestazione 'dell'orgoglio gay', che quest'anno sarà occasione per riaprire il dibattito sulle unioni civili.

Nel dettaglio, il Gay Pride romano, quest'anno gemellato con quello di Belgrado, partirà da piazza della Repubblica per arrivare a piazza Venezia. "Passando anche da piazza Vittorio, simbolo di convivenza multietnica e multiculturale" ha detto, illustrando il percorso, Andrea Maccarrone, presidente del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli. La giornata del Pride verrà preceduta da 6 giorni preparatori al Pride Park allestito alla Città dell'Altra Economia, all'ex mattatoio di Testaccio, con eventi, tavole rotonde e naturalmente feste a tema.

Saranno 15 i carri allegorici preparati dalle più diverse realtà, dalla Cgil al centro sociale Acrobax, 5 in più della scorsa edizione. Due gli hashtag su Twitter, #liberiamoci e #human. E, per la prima volta, il sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale, accompagnati dai minisindaci dei municipi romani, sfileranno dietro uno striscione del Campidoglio, con la scritta 'Roma' e lo scudo simbolo della città.

"Col Pride diventiamo soggetti della nostra liberazione individuale, un processo mai concluso; ma anche di una liberazione collettiva, tanto più importante oggi che tanti spazi di libertà e autodeterminazione conquistati in passato sono sotto attacco e messi in discussione" ha specificato il comitato organizzatore della manifestazione.

Subito imitato da Andrea Maccarone: "Vogliamo vivere alla luce del sole i nostri diritti umani. In questo percorso i Paesi europei e gli Usa hanno compiuto passi da gigante, mentre la Russia e altri stati dell'est Europa hanno compiuto pesanti passi indietro. Noi siamo in mezzo, in una sorta di limbo". Maccarone ha poi proseguito con un riferimento all'attuale legge sulle unioni civili, che ha definito "inadeguata": "La proposta a firma della senatrice Cirinnà, ora in esame al Senato, istituisce un ghetto: le unioni civili all'italiana ricalcano il vecchio modello tedesco di 15 anni fa, che in questo periodo è rimesso in discussione e sta per essere cambiato".

Concorde l'Assessore capitolino alle Pari Opportunità, Alessandra Cattoi: "Riconosciamo che i parlamentari hanno lavorato intensamente per trovare un punto di equilibrio, ma se dobbiamo fare un passo è meglio farlo più lungo, con una legge al passo con i tempi. Lo sforzo dei deputati e dei senatori è grande - ha sottolineato - ma possiamo certamente fare di più".

Più positivo il commento verso la giunta capitolina: "Ignazio Marino ha impresso veramente una svolta, con il registro delle unioni civili - ha fatto eco Maccarrone - Ha mantenuto un impegno preso con la comunità Lgbti e dato un segnale forte al Parlamento. E' importante che dalla capitale d'Italia sia stata messa nero su bianco una scelta di cambiamento".

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