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Cronaca

La banda di ladri professionisti che ha rubato un robot medico da un milione e mezzo di euro per il San Camillo

Il da Vinci, il robot chirurgico rubato, è il più evoluto sistema robotico per la chirurgia mininvasiva

Un maxi colpo da un milione 500 mila euro messo a segno da una banda di ladri professionisti, quattro uomini che vivono tra Tivoli e Guidonia. Il gruppo - specializzato nei furti che richiedono l'utilizzo di camion, tir o escavatori - nel maggio dello scorso anno ha rubato il robot da Vinci è il più evoluto sistema robotico per la chirurgia mininvasiva. 

Un macchinario esclusivo che da Milano avrebbe dovuto raggiungere il San Camillo ed essere utilizzato si pazienti oncologici. Dopo un anno i carabinieri della compagna di Tivoli e la procura hanno chiuso il cerchio ricostruendo il furto ed eseguendo un'ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico a carico dei quattro componenti della banda, gravemente indiziati di furto aggravato in concorso.

Secondo quanto appreso, da Milano era partito un camion con il macchinario. Prima della consegna, il mezzo fece tappa a Tivoli Terme e nella notte del 22 maggio 2022, intorno alle tre, la banda entrò in azione. I ladri, dopo essersi impossessati del camion, avevano trasbordato il prezioso congegno su un altro tir, abbandonando il mezzo su cui si trovava il robot nelle campagne di Roma.

L'apparecchio, del valore di oltre un milione e mezzo di euro, rappresenta il massimo della tecnologia nella robotica applicata alle operazioni mediche più difficili e una nuova frontiera per la medicina. Dal momento del furto i carabinieri di Tivoli hanno iniziato a ricostruire passo dopo passo ogni minuto dell'azione criminale, grazie a una raccolta di dati provenienti dal camion ritrovato e dalle telecamere, fino a giungere arrivare ai volti di quattro ladri.

È stata la successiva perquisizione disposta nei confronti degli indagati a fornire gli elementi d'indagine mancanti. A casa dei sospettati sono stati rinvenuti gli abiti indossati durante le fasi del furto nonché alcuni disturbatori di frequenza, i cosiddetti jammer, non commerciabili in Italia, utilizzati per inibire la trasmissione in radio frequenza del GPS del camion all’atto del furto. La ricostruzione degli elementi raccolti dai carabinieri ha consentito alla procura di Tivoli di richiedere e ottenere dal gip, la misura cautelare nei confronti dei 4 indagati, provvedimento eseguito nella giornata odierna.

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