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Cronaca

Claudio Campiti ha rubato un'arma al poligono di tiro: così è partita la strage di Fidene

Parte dell'area del poligono di tiro a Tor di Quinto è stata sequestrata. In passato Campiti aveva chiesto il porto d'armi ma gli era stato negato

Si è recato al poligono, ha preso una pistola semiautomatica Glock 45 con decine di proiettili, poi è uscito con l'arma - rubandola quindi - ed ha commesso la strage nel gazebo di un bar di via Monte Giberto, a Fidene, uccidendo Sabrina Sperandio, Elisabetta Silenzi e Nicoletta Golisano, presidentessa, commercialista e segretaria del consorzio Valle Verde ferendo altre quattro persone.

Se non fosse stato arrestato probabilmente sarebbe fuggito. Nello zaino che i carabinieri gli hanno sequestrato c'erano seimila euro e il passaporto. La ricostruzione della giornata da "spree killer" di Claudio Campiti, 57 anni, è andata così. Una lunga scia di sangue finita a Fidene e iniziata a Tor di Quinto. Anzi, a Rieti nel consorzio Valleverde appunto. Una mattanza si porta dietro una serie di interrogativi.

L'arma rubata al poligono

Campiti, stando a quello che scriveva sul suo blog, quelle persone le odiava. Le minacciava. Le etichettava anche come criminali o, addirittura, mafiose. "Benvenuti all'inferno", si legge. E così è stato. L'inferno. Campiti, secondo quanto ricostruito dai carabinieri e dalla procura di Roma, sarebbe andato nel poligono di Tor di Quinto domenica mattina, intorno alle 9. Qui, sbrigate le formalità burocratiche, avrebbe affittato la Glock. Invece di iniziare a sparare in sicurezza, però, sarebbe uscito. Rubando l'arma. Senza nessun controllo.

Su questo punto sono ora in corso gli accertamenti coordinati dalla procura di Roma. In passato, nel 2020, Campiti aveva chiesto il porto d'armi ma gli era stato negato. Il no alla sua richiesta era arrivato grazie alle informazioni fornite dai carabinieri del luogo di residenza, che avevano riferito delle liti in corso con il consorzio.

Il blogi di Claudio Campiti

Sequestrata l'area 

Ma come è possibile che un'arma sia uscita dal poligono? Carabinieri e procura ci stanno lavorando. È possibile pensare, quindi, che Campiti per sparare nel poligono avesse frequentato un corso base. Di quelli canonici, di due ore, durante le quali vengono spiegate le norme di sicurezza e come usare la pistola.

Ottenuto quell'attestato facilmente e capita la prassi dei controlli - forse troppo larghi - sulla restituzione delle pistole, Campiti potrebbe aver pianificato il piano. Il 57enne, seppur minaccioso sul web e nel consorzio, era incensurato. Un insospettabile quindi. Possibile allora che gli addetti del poligono abbiano abbassato la guardia perché si fidavano? Le indagini lo diranno. Di certo ieri carabinieri e procura hanno sequestrato l'area di tiro di Tor di Quinto.

Interrogato, ieri Claudio Campiti è rimasto in silenzio. Le tre vittime, secondo quanto si apprende, sarebbero state raggiunte all'altezza del torace dai colpi esplosi. La pistola, dopo aver esploso 4-5 colpi, si sarebbe inceppata. Quindi l'intervento del consorziato eroe. In totale nel gazebo erano presenti una trentina di consorziati.

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