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VIDEO | A Foggia l'ultimo saluto al giudice Simonetta D'Alessandro

I funerali del magistrato si sono celebrati nella città pugliese dove la 58enne era nata ed aveva cominciato la sua carriera

Si sono svolti nel pomeriggio di mercoledì 10 ottobre alla chiesa di Gesù e Maria a Foggia i funerali di Simonetta D'Alessandro, il magistrato di 58 anni nato nella città pugliese ma residente a Roma, dove è stata trovata priva di vita lo scorso 6 ottobre. Tanti gli attestati di stima al giudice che proprio nel capoluogo dauno aveva cominciato la sua carriera. Dall'arresto di 32 appartenenti al clan Spada alla corruzione in Mafia Capitale. Dalla criminalità organizzata agli episodi di mala amministrazione quotidiana. D'Alessandro, 58 anni, era, come ricorda il procuratore aggiunto Francesco Caporale "sempre in prima linea".

Funerali giudice Simonetta D'Alessandro

Originaria di Foggia, laureata a Pavia, è stata tra le altre cose il giudice per le indagini preliminari che ha firmato l’ordinanza di arresto per 32 membri del clan Spada lo scorso gennaio. Si era occupata anche delle vicende penali dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini e del cognato Giancarlo Tulliani, delle tangenti sui campi rom e più indietro negli anni di terrorismo e Brigate Rosse nonché della morte del banchiere Roberto Calvi, mentre da qualche mese era presidente della X sezione penale del tribunale.

Chi era il magistrato Simonetta D'Alessandro

"Giudice rigorosa e coraggiosa che ha avuto il merito di riconoscere le nuove mafie romane quando per molti erano solo delle piccole bande di quartiere. Sue infatti le ordinanze di arresti per i vertici dei clan Fasciani e Spada. - il ricordo del presidente dell’Osservatorio della legalità del Lazio Giampiero Cioffredi - Una donna colta brillante, colta e curiosa. Sono sconvolto per la morte prematura di Simonetta D'Alessandro, protagonista degli uffici giudiziari di Roma nel contrasto alle mafie. Riposa in pace".

Il caso Marcone 

Simonetta D’Alessandro è molto ricordata anche nella sua Puglia specie dopo il terribile caso Marcone, l’omicidio del direttore dell’ufficio di registro assassinato il 31 marzo 1995 in pieno agguato stile mafia: porta la sua firma la prima richiesta di archiviazione del caso, come ricorda a Foggia Today

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