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Cronaca

Diabolik, Roma nord est blindata per il funerale che non c'è. La battaglia legale continua

La linea dura portata avanti dal Questore Esposito cozza contro quella della famiglia che annuncia il desiderio di continuare la battaglia legale

Roma si è svegliata presto questa mattina. I blindati della polizia e i raggi di sole che si stiracchiavano, occupando il loro spazio e scandendo il tempo. L'attesa, però, è stata vana. Il funerale di Fabrizio Piscitelli, il Diabolik ultrà della Lazio ucciso il 7 agosto scorso che tanto preoccupava Questura, non c'è stato (il video). Rimandato a data da destinarsi, come se fosse una partita ma qui il calcio non c'entra nulla. 

Questa mattina al Policlinico Universitario di Tor Vergata c'erano le figlie e la moglie di Diabolik così, intorno alle 4:30, dopo quasi una settimana di attesa, il riconoscimento della salma di Fabrizio Piscitelli è stato fatto. Non è stata allestita però alcuna camera ardente. La polizia, su ordine del Questore Carmine Esposito, non ha però voluto abbassare la guardia. 

Un importante schieramento di Polizia ha presidiato Roma nord est partendo dall'ingresso principale del cimitero Flaminio. Quindi la conferma del rinvio dei funerali e i blindati che sono stati dislocati anche in via Amulio, nei pressi della sede degli Irriducibili, al policlinico di Tor Vergata, sulla via Flaminia e in altri siti sensibili della città.

Un ingente impegno per un rito funebre che non si è tenuto, come del resto la famiglia di Piscitelli aveva ribadito da giorni. "Noi non ci saremo", e così è stato. Così come assenti, giustificati dalla stessa presa di posizione, anche gli ultras, Irriducibili in primis.

È l'epilogo, o meglio il primo tempo, di una vicenda gestita dal pugno duro del Questore. Appresa la notizia della sospensiva del Tar del Lazio (il ricorso presentato dai legali della famiglia Piscitelli resta in essere) l'ultimo saluto a Diabolik sembrava destinato ad essere svolto oggi, come scritto nell'ordinanza del dottor Esposito "per ragioni di ordine e sicurezza pubblica". 

Nel pomeriggio, invece, un nuovo colpo di scena: la famiglia del tifoso laziale appresa la notizia ha però ribadito la propria assenza al cimitero Flaminio, anche e nonostante il riconoscimento del corpo.

La salma resterà all'istituto di medicina legale del policlinico Tor Vergata. Inoltre la famiglia ha fin da subito manifestato la volontà di cremare il corpo di Diabolik.

"Su Roma - spiegano fonti Ama - il cimitero Flaminio è l'unica struttura per la cremazione, ma la famiglia una volta espletate le pratiche può ritenere di cremarlo dove crede", anche in altre città italiane. Al Flaminio attualmente i tempi per le cremazioni prevedono un'attesa di "tre, quattro giorni" una volta presentata la documentazione. L'iter impone l'ottenimento del nulla osta del magistrato che deve essere vagliato da cimiteri capitolini e validato dall'ufficio stato civile. Dopodiché è possibile cremare un corpo. Il momento dunque non ci sono le condizioni per un funerale.

Ora il braccio di ferro con la Questura per ottenere i funerali in forma pubblica, la famiglia lo condurrà a colpi di ricorsi prima al Consiglio di Stato poi alla Corte di Giustizia Europea

Il punto sulle indagini dell'omicidio di Diabolik

"Noi rimaniamo dell'idea che il funerale di Fabrizio (attualmente aveva scontato il suo debito con la giustizia) debba essere scelto da noi e celebrato alla presenza di parenti e amici, in maniera semplice e composta in chiesa (era stata scelta quella di Santa Maria Ausiliatrice). Non un funerale scelto dalla Questura, e neanche un funerale show. Non ci sarebbero stati cortei, fumogeni o petardi. Solo silenzio e applausi. E per questo noi tenteremo tutti i percorsi legali", ha ribadito in serata a RomaToday Angela Piscitelli, sorella di Diabolik.

La famiglia, quindi, se ce ne fosse bisogno proseguirà per tutte le vie legali possibili, senza escludere la possibilità di chiedere una interrogazione parlamentare. "Faremo tutto quello che di legale è possibile fare". 

In questi giorni, secondo quanto emerso, non si è mai cercato di trovare un punto di incontro: la Questura ha reso note le sue volontà, nel silenzio generale del Prefetto e del Sindaco di Roma che sulla vicenda non si sono mai espressi. Neanche per sostenere (o meno) le scelte della forza pubblica.

La fiaccolata dei laziali a San Policarpo

Da parte sua, il Questore Esposito, all'Adnkronos aveva spiegato: "Il mio intendimento non è certo quello di interferire con la funzione religiosa, né tantomeno quello di negare questo momento ai suoi familiari. L'obiettivo della mia ordinanza è quello di evitare che si verifichino dei delicati problemi di ordine pubblico". 

Ma cosa si intende per ordine pubblico? La possibile sfilata di ultras da tutta Europa, il rischio di un "bosco di braccia tese" (Piscitelli si considerava uno degli ultimi fascisti) o la volontà di non dare spazio mediatico ad uomo che in passato aveva avuto diversi problemi con la legge?

La decisione del Questore Esposito rischia di essere una di quelle "senza precedenti" che potrebbe portare anche a conseguenze a lungo termine visto l'imminente inizio del campionato di calcio e il derby della Capitale in programma l'1 settembre. La possibilità che si scatenino guerriglie urbane o una caccia al poliziotto per mano di qualche cane sciolto non è da escludere. 

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