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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Funerali Casamonica: tutti sapevano, per questo nessuno pagherà

Dalla relazione del Prefetto Gabrielli ad Alfano sembrano emergere problemi di comunicazione tra le varie forze dell'ordine. Polizia, carabinieri, vigili: tutti sapevano, nessuno ha agito

Tutti sapevano, ma nessuno si è preso la responsabilità di agire. E' questo quanto emergerebbe dalla relazione che il Prefetto Franco Gabrielli ha presentato al Ministro Alfano per fare luce sul caso del funerale show di Vittorio Casamonica. Dalla Polizia ai Carabinieri, dai Vigili al Comune, tutti sono venuti in qualche modo a conoscenza di quanto stava accadendo o stava per accadere. Nessuno però si è preso la responsabilità di bloccare i funerali per motivi di ordine pubblico. 

IL PRECEDENTE, FUNERALE VIETATO - Funerali che potevano essere vietati. Accade ormai sempre al sud quando muore un boss ed è accaduto anche a Roma. Era il settembre del 2012 quando, in un incidente, il figlio di un boss perse la vita. Si decise di organizzare un funerale in pompa magna, con tanto di carozza in corteo fino alla chiesa di Santa Maria Redentrice di Tor Bella Monaca. L'allora Questore Fulvio Della Rocca però intervenne e vietò il rito fatto in quel modo. Motivo? Ordine pubblico. Stavolta, a tre anni di distanza, le cose sono andate diversamente.

TUTTI HANNO MENTITO - E se giovedì, nell'immediatezza della diffusione delle immagini, tutti hanno negato di sapere, con il passare del tempo la situazione è andata chiarendosi. Sapevano tutti, ma nessuno ha agito. 

QUESTURA - Sapeva la Questura. Le ammissioni sono nella sua stessa nota. Si sapeva della malattia, si sapeva del decesso avvenuto lo scorso 19 agosto, si sapeva del corteo visto che la nota stessa ammette un intervento alle 11 circa di giorno 20. Perché quindi non si è bloccato il funerale? Interpretando la nota si potrebbe dire che la risposta sta in queste righe: "Il defunto, morto nelle prime ore del 19 agosto u.s., dopo una malattia di circa un anno, risulta ai margini degli ambienti criminali, come confermato dalle recenti attività investigative nel corso delle quali lo stesso non è mai emerso". Per via San Vitale Vittorio Casamonica non era il Re di Roma. La stessa Questura è stata però smentita dell'Enac sulle autorizzazioni necessarie al sorvolo dell'area. "Ordinarie modalità di sorvolo in un area non interessata a restrizioni di sicurezza, non necessita di autorizzazioni", le aveva definite la Polizia. L'Enac però ha ritirato la licenza per volo non autorizzato. E proprio l'elicotterista al momento appare l'unico ad aver pagato. 

CARABINIERI - Sapevano i Carabinieri. Gli avvocati dei Casamonica, di quelli costretti ai domiciliari, appresa la notizia del decesso di Vittorio, hanno come da pressi chiesto il permesso al giudice. Il giudice, anche qui come da prassi, ha firmato i permessi per il figlio di Vittorio, Antonio e per due nipoti. I due documenti sono finiti nelle mani di ben due tenenze, il 19 agosto e la mattina del 20 agosto. I carabinieri quindi sapevano. Fonti interne all'Arma citate dall’agenzia Ansa fanno sapere che "tutte le normali procedure che vengono svolte davanti a persone soggette agli arresti domiciliari sono state eseguite correttamente avvisando le autorità competenti". Tutto bene quindi. 

VIGILI - Sapeva la Polizia Locale. Qui le ricostruzioni del Comandante Raffaele Clemente sono andate a demolire quelle di alcuni giornali che avevano parlato di una scorta del corteo. In realtà i vigili, specifica il numero uno di via Consolazione, hanno fatto solo viabilità, presidiando gli incroci, evitando ingorgi, consentendo il passaggio dei bus, evitando il caos. Nessun corteo, nessuna scorta quindi, ordinaria attività. Però i vigili sapevano. Sapevano almeno dalle 10 del mattino. Secondo qualcuno anche prima delle 10. In particolare il riferimento è al titolare dell'agenzia funebre di Napoli giunta con carrozza e cavalli trasportati da un camion nel parcheggio di Ikea. "Siamo giunti alle 6", ha dichiarato il proprietario, "e siamo stati scortati dai vigili dal parcheggio di Ikea alla casa di Vittorio Casamonica". Vigili quindi. Non è chiaro se si tratta di guardie giurate private o della Polizia Locale. 

AMA - Sapeva il Comune. E' l'Ama ad 'inchiodare' il Campidoglio. Infatti gli operatori sono intervenuti immediatamente dopo la fine del funerale. Ecco la nota: "In sinergia con la Polizia Municipale di Roma Capitale, è intervenuta ieri per ripristinare adeguate condizioni di sicurezza e decoro nell’area circostante la basilica di San Giovanni Bosco al Tuscolano ripulendo le strade, in particolare, dai petali di rosa che rischiavano di rendere scivoloso l’asfalto. L’intervento, effettuato da 2 operatori con una spazzatrice, è stato realizzato in tarda mattinata".

IL PREFETTO - Nella relazione di Gabrielli ad Alfano tutti questi aspetti sono stati messi in risalto. In tanti hanno indicato lunedì come il giorno che farà saltare le teste. Tutti sapevano, nessuno ha agito bloccando le esequie, quindi tutti dovrebbero saltare. In realtà l'approccio appare essere diverso, com'è nello stile costruttivo di Gabrielli. Il Prefetto infatti, prendendo spunto da quanto accaduto in occasione del funerale show, intende proporre una centrale unica per le forze dell'ordine, dove far convergere tutte le informazioni di tutte le forze di polizia. Una risposta diretta al "non dovrà più accadere di Alfano". E il titolare del Viminale sembra gradire, tanto che oggi ha dichiarato: "Bene il Comitato provinciale convocato dal prefetto Gabrielli. Il Comitato provinciale assuma pertanto tutte le decisioni necessarie per governare al meglio situazioni di questo genere, potenziando la circolarita dei flussi di comunicazione a livello locale, perchè quanto avvenuto non accada mai piu".

LA POLITICA - Altro aspetto è invece quello politico. Se Gabrielli e Alfano 'regoleranno' i propri conti nelle prossime ore, tra il Governo e Marino la storia appare invece ancora tutta da scrivere. 
 

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