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Cronaca Trastevere / Piazza di Santa Maria in Trastevere

Trastevere saluta Carlo Macro: la musica di Springsteen per l'addio al giovane ucciso al Gianicolo

Il dolore mesto e dignitoso della famiglia e degli amici del 33enne ucciso nella notte tra il 16 e il 17 febbraio scorso. Gremita la chiesa. Presente anche l'assessore ai servizi sociali, Rita Cutini

"Era la persona più buona del mondo. Non meritava di morire così". Sono le strazianti parole di un'amica di Carlo Macro, il 33enne ucciso nella notte tra il 16 e il 17 febbraio scorso per futili motivi, in zona Trastevere. "Non ti avrebbe mai detto 'ti voglio bene'" ricorda dolente la ragazza, "non amava farlo. Lui parlava con i gesti". Nella mattina di oggi, 21 febbraio, i funerali nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere in cui i numerosissimi amici del ragazzo si sono stretti al dolore mesto e composto della mamma Giuliana e del fratello Francesco.

"LA SUA VITA SIA DA ESEMPIO PER TUTTI NOI" - Sulle note di 'We shall overcome' di Bruce Springsteen ha fatto ingresso il feretro del giovane Carlo. Ad accoglierlo don Marco Gnavi che in una commovente omelia lo ha descritto come un ragazzo pieno di curiosità e amore, giovane e gioioso. "Carlo conosceva bene il valore dei rapporti umani" ha spiegato il parroco. "Amava mangiare bene, viaggiare e vagabondare. Si sentiva a casa anche nelle 'ombre', che rappresentavano per lui i sentimenti contraddittori comuni a tutti i ragazzi della sua età. Sensibile e pieno d'entusiasmo nei confronti della vita, Carlo aveva il coraggio di osare ma allo stesso tempo non disdegnava il silenzio. In una vita piena di parole inutili, ogni tanto bisogna anche avere la capacità di tacere".

Una morte ingiusta, repentina e violenta la sua che, come ha aggiunto don Marco, "non deve generare odio". "Di lui ricorderemo il suo amore per la vita e la bellezza della sua anima" ha commentato Giovanni, uno degli amici presenti. "Avevamo undici anni quando ci siamo conosciuti. Era puro, era vero. Era un amico che dava tutto senza chiedere mediazioni. Il suo era un amore puro e disinteressato. Era un attento osservatore e ascoltatore. A lui non servivano perole. Vivrò sempre nel suo amore. Mi nutrirò del suo amore". Poi il ricordo racchiuso nella lettera di Francesca, una delle operatrici dell'albergo di famiglia in cui lavorava anche Carlo.

E infine il lungo applauso all'uscita della Chiesa accompagnato dalle note di "Thunder road". Sulla bara del 33enne la sciarpa della Lazio e una di Bruce Springsteen, che amava tanto. Dignitoso il silenzio della famiglia che alla fine della cerimonia ha salutato tutti i presenti tra cui l'assessore ai servizi sociali, Rita Cutini, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Il corpo del 33enne sarà sepolto in Abruzzo, nel paese d'origine della famiglia.
 

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