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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Tivoli / Piazza Plebiscito

Omicidio Castel Madama: in centinaia a Tivoli per l'ultimo saluto ad Alberto Delfini

I funerali del 25enne tiburtino sono stati celebrati alla chiesa di San Biagio. Venne ucciso dal padre della compagna lo scorso 14 maggio

Lacrime, commozione ed un lungo applauso hanno accompagnato questa mattina l'uscita del feretro dalla chiesa di Alberto Delfini, il 25enne ucciso con un colpo di fucile sparato dal padre della compagna nelle campagne di Castel Madama. I funerali del giovane tiburtino sono stati celebrati questa mattina nella chiesa di San Biagio di piazza del Plebiscito a Tivoli. Centinaia le persone che hanno gremito la parrocchia, fra amici, familiari, conoscenti e semplici cittadini che hanno voluto salutare Alberto. 

Funerali Alberto Delfini a Tivoli

Nato e cresciuto a Tivoli, Alberto viveva  con la campagna, dalla quale aveva avuto un bimbo, vicino alla casa di Domenico Nardoni, il 46enne che lo ha poi ucciso nei pressi del casolare di famiglia che si trova nelle campagne del Comune empolitano. Fra le centinaia di messaggi di cordoglio e vicinanza ai familiari di Alberto Delfini anche quello del Comune dove ha trovato la morte: "Nel nostro paese una vita è stata spenta in modo tragico. Abbiamo consapevolmente evitato di affidare ai social alcun tipo di considerazione e commento perché riteniamo che essi debbano dapprima essere lasciati alla coscienze di ognuno, per poi, una volta sedimentati, essere oggetto di una riflessione condivisa che vada a sollecitare la “coscienza collettiva” della nostra comunità . Oggi - si legge sulla pagina facebook del Comune di Castel Madama - nell’occasione dei funerali di Alberto Delfini, riteniamo però sia necessario offrire ai famigliari l’abbraccio di Castel Madama, ai genitori una carezza , alla giovane compagna Jessica ed al piccolo Derek l’impegno del nostro comune a garantire, per quanto nelle possibilità di questa istituzione, una vicinanza affettuosa e concreta".

Omicidio Alberto Delfini 

L'omicidio di Alberto Delfini si consumò la sera di sabato 12 maggio quando una chiamata al 112 indicò la presenza del corpo privo di vita dell'aiuto cuoco in via di Vicovaro, zona accessibile percorrendo una strada bianca che costeggia il fiume Aniene e passa sotto l'autostrada A24 Roma-Teramo. Una zona di campagna, che si trova vicino al casolare di famiglia dove vittima e carnefice si erano dati appuntamento. Un tragico epilogo, legato a "complesse dinamiche familiari", dopo una lite per futili motivi, verosimilmente per un piccolo debito di 60 euro. Poi l'omicidio, confessato dallo stesso Domenico Nardoni. 

Uccide il compagno della figlia per un debito 

Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Tivoli hanno anche accertato che l'assassino, fermato dopo aver ammazzato il padre di suo nipote, aveva anche cercato di crearsi un alibi così da sviare le indagini sul suo conto. Un escamotage che non è sfuggito agli inquirenti. Domenico Nardoni,  in sede di interrogatorio reso davanti al pubblico ministero della Procura di Tivoli, coadiuvato dai Carabinieri, dopo plurime contraddizioni, confermava la dinamica degli eventi ricostruita dagli inquirenti, soprattutto in ordine alla lite  da lui avuta con il convivente della figlia,  all'indirizzo del quale ha poi esploso il mortale colpo di fucile.

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