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Cronaca

La trappola mortale di Sergione e Saccottino e il sequestro di 12 ore di Ciccio Barbuto finito in tragedia

Sergio Placidi e Daniele Fabrizio, insieme a una terza persona (forse anche una quarta) ancora ricercata, avrebbe sequestrato e torturato Francesco Vitale. Sergione stava studiando un modo per lasciare l'Italia

L'appuntamento trappola, poi il sequestro di persona per rientrare del debito di 500mila euro e due arresti. Almeno per ora. Il caso relativo a Francesco Vitale, il pr di Bari morto il 22 febbraio scorso dopo essere precipitato da un palazzo in via Pescaglia, alla Magliana, è sempre più vicino alla definitiva risoluzione. Con un arresto spettacolare, con tanto di elicottero e gazzelle dell'Arma in contromano, i carabinieri hanno aggiunto un altro pezzo del puzzle: si tratta di Sergio Placidi, 48 anni di mestiere buttafuori nelle discoteche, bloccato l'otto marzo sulla Pontina.

Sergione, così lo chiamano, è il secondo uomo arrestato per sequestro di persona a scopo di estorsione con l'aggravante del decesso della vittima. Prima di lui, il due marzo, in manette era finito anche Daniele Fabrizi, trentasettenne noto come Saccottino.

Il 48enne buttafuori era stato fermato durante un controllo stradale a San Basilio in compagnia proprio di Vitale, poche ore prima del sequestro. Quel tatuaggio con la scritta 'Acab' non era passato inosservato alle forze dell'ordine. Eppure quel controllo non era stato sufficiente a fare desistere Sergione. 

La droga e il maxi debito da 500 mila euro

Secondo quanto ricostruito dal nucleo investigativo di via In Selci e dai pm Francesco Cascini e Francesco Minisci, titolari delle indagini, per comporre il quadro definitivo mancherebbero ancora altri tasselli. Le certezze, come detto, però sono sempre di più.

Stando a quanto emerso Vitale, lui noto come Ciccio Barbuto, per diverso tempo avrebbe fatto da tramite per portare a Bari la droga - prevalentemente cocaina - presa a Roma, dal gruppo della Magliana di Sergione e Saccottino. Sostanza stupefacente poi rivenduta in Puglia, attraverso canali locali, non dalla vittima. Ciccio Barbuto con loro, però, era risultato insolvente. Un debito che, come raccontato anche dalla famiglia della vittima, ammonterebbe a cinquecento mila euro. 

L'appuntamento trappola e il sequestro

È a questo punto che il gruppo avrebbe studiato il modo per riavere il credito. Ciccio Barbuto è stato attirato a Roma da Sergione. I due, il primo pr di discoteche e l'altro buttafuori nei locali, si conoscevano nell'ambiente. Insomma, un'esca. In via della Pescaglia, nell'appartamento in cui vive una persona estranea ai fatti e che avrebbe lasciato le chiavi al gruppo della Magliana, Ciccio Barbuto è stato attirato in una trappola. 

Quello che è successo in quella casa per ben dodici ore non è chiaro. Vitale sarebbe stato picchiato in attesa di rientrare del maxi ammanco. I carabinieri su questo punto ci stanno lavorando. Di certo le tracce lasciate, nonostante fossero state lavate con la candeggina, non sono sfuggite ai ris dell'Arma. Il sangue e le altre impronte hanno aiutato a capire chi ci fosse lì, al quinto piano della scala D. 

Il volo dal quinto piano e la morte di Francesco Vitale

Altro elemento certo è quanto successo al termine di quelle dodici ore. Ciccio Barbuto, sfruttando un momento di distrazione dei suoi aguzzini, intorno alle 12 del 25 febbraio scorso ha tentato la disperata fuga dalla finestra. Dal quinto piano è uscito, ha provato ad aggrapparsi ai fili dei panni stesi al piano inferiore anche sfruttando il muro, ma non è riuscito a trovare una via di fuga nell'appartamento inferiore.

Dopo aver perso l'appiglio è caduto nel vuoto, sbattendo contro l'asta di una bandiera e finendo in strada. Il suo corpo è stato trovato senza vita da un residente. Era senza cellulare e documenti. Un errore imperdonabile per il gruppo della Magliana. Con Vitale morto hanno perso mezzo milione di euro. Le indagini, tuttavia, continuano. Secondo gli inquirenti in quell'appartamento, ci sono state almeno tre persone, se non quattro, oltre alla vittima barese. 

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