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Cronaca Centro Storico / Piazza Fontana di Trevi

Fontana di Trevi: Flash Mob delle associazioni per lo sblocco dei fondi L. 285/97

Trenta operatori si sono immersi nella storica fontana per contestare i fondi già assegnati al Comune e mai trasferiti. "Negare diritti dei bambini vuol dire negare diritti di tutti"

Flash mob del Codea (Coordinamento dei diritti per l'infanzia e l'adolescenza) e del Roma Social Pride contro il blocco da parte del governo dei fondi previsti dalla legge 285/1997 per il finanziamento di progetti e servizi socio-educativi rivolti all'infanzia e all'adolescenza. Trenta operatori si sono immersi nella storica fontana del centro per contestare il mancato trasferimento di fondi già assegnati al Comune di Roma e per la massima parte già lavorati e anticipati dagli stessi enti.

Dal versante delle istituzioni arriva l'appoggio agli operatori dal consigliere comunale Pd Paolo Masini, il presidente Sandro Medici e l'assessore alle Politiche sociali del Municipio X Maria Mazzei, e l'assessore alle Politiche culturali e giovanili del Municipio XI Carla Di Veroli.
«Il governo nega al Campidoglio il riaccredito di circa 12 milioni di euro relativi ai pagamenti per i progetti del 2008 e 2009, fermi alla firma del ministro Tremonti e bloccati al solo scopo di fare cassa con gli interessi maturati. Così nonostante gli appelli del vicesindaco Belviso al ministero delle Politiche sociali – spiegano –, il Comune di Roma da oltre un anno non riesce a pagare, o lo fa con estremo ritardo, i servizi socio-educativi assicurati dagli enti minacciando la sopravvivenza di 90 progetti già attivi in tutti i municipi della città. In questa logica gli stessi enti e associazioni, con grande senso di responsabilità nei confronti dei cittadini, sono costretti ad autofinanziarsi per assicurare la continuità dei servizi attraverso il ricorso al pro soluto e agli anticipi bancari su fattura, facendosi carico dei debiti nonostante le già difficili condizioni e l'assenza di prospettive future». «E' una situazione drammatica che mette a rischio il Piano Regolatore Sociale – proseguono – e colpendo enti, associazioni e municipi, penalizza soprattutto decine di migliaia di famiglie, bambini e adolescenti della città che spesso vivono in una situazione di grave disagio sociale. Un quadro che il governo non può continuare a ignorare, per questo ci uniamo alla protesta del Codea e del Roma Social Pride – concludono Masini, Medici, Mazzei e Di Veroli – per fermare questo attentato ai principi della legge 285/97 da parte del governo e chiedere l'intervento immediato del ministro Tremonti: sblocchi al più presto le risorse dovute e non si renda artefice di questo ignobile abbandono, tenendo ben presente che là dove è soppresso il diritto del bambino, sono cancellati i diritti di tutti».

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