rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Federico Tedeschi, la mamma incontra il procuratore Prestipino: "Lo hanno ucciso: riaprite le indagini"

Emanuela Novelli ha depositato una denuncia per omicidio volontario chiedendo che il caso venga nuovamente esaminato. Rimasta senza risposta, ha scritto una lettera al procuratore capo di Roma, ottenendo di incontrarlo

Un incontro con il procuratore di Roma, Michele Prestipino, riaccende le speranza di mamma Emanuela Novelli, che da 4 anni ormai lotta per avere finalmente risposte in merito alla morte del figlio Federico Tedeschi. Una vicenda che lei stessa a RomaToday descrive come un "porto delle nebbie", un caso rimasto irrisolto che inevitabilmente tormenta la famiglia.

Nei giorni scorsi Novelli ha presentato ai carabinieri la denuncia per omicidio volontario cui ha lavorato per mesi, raccogliendo tutte le prove e gli indizi che a suo parere confermano come il figlio, quella mattina del 26 novembre del 2017, sia stato brutalmente assassinato. La procura in prima battuta aveva archiviato il caso stabilendo che Federico, 19 anni, fosse morto d’infarto, e la battaglia di Emanuela era partita da lì.

Il deposito della denuncia - accompagnata da una serie di accertamenti e rilievi eseguiti anche dall’ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofalo - avrebbe dovuto dare nuova linfa alle indagini, ma lo scorso 13 luglio è arrivata la nuova battuta d’arresto: nessun magistrato è ancora stato assegnato al caso, e Novelli ha voluto rivolgere un appello direttamente al procuratore capo di Roma.

“Gentilissimo dottor Prestipino, mi spiace molto distoglierla dai suoi compiti istituzionali, chiedendole, gentilmente, un po’ del suo tempo per leggere queste mie parole - si legge nella lettera inviata dall’avvocatessa - Lo scorso 13 luglio ho acceduto all’ufficio per acquisire il nominativo del pubblico ministero nominato e sorprendentemente ho scoperto che nonostante l’immediata trasmissione non vi è alcuna autorità giudiziari nominata nella direzione delle indagini da espletare, primo fra tutto quello di disporre, sia pure a distanza di tempo, i rilievi sulle imprenti, macchie e tracce ematiche tutt’ora presente nella mia abitazione e ivi congelate nella speranza che si rivelino utili per la giustizia italiana”.

Dal 26 novembre del 2017, infatti, la villetta all’Infernetto della famiglia di Federico è diventata una scena del crimine accuratamente preservata da Novelli. La stanza di Federico, in particolare, è stata oggetto di numerosi rilievi e analisi, e tutti gli elementi che per la madre provano l’omicidio sono ancora visibili ed esaminabili.

La morte di Federico Tedeschi

Un passo indietro: è la mattina del 26 novembre del 2017 quando Emanuela Novelli e la figlia Ludovica escono di casa, poco prima delle 11.30, per andare a messa e poi al supermercato, chiudendosi la porta di casa alle spalle e lasciando Federico all’interno a riposare.

Poco più di un’ora dopo madre e figlia rientrano e trovano il cancelletto che chiude la porta della villetta semiaperto, fatto che lì per lì stona, ma non preoccupa ancora.Quando Ludovica sale al piano di sopra, però, trova il fratello sdraiato sul pavimento della camera da letto, il volto tumefatto, un dente rotto. Federico è morto, e sul viso porta i segni di quelle che sembra un’aggressione.

Per gli inquirenti però Federico non sarebbe stato ucciso, ma sarebbe morto di infarto, un malore che lo avrebbe fatto cadere in camera da letto e sbattere contro il comodino, da qui i segni sul viso. Per mamma Emanuela, però, poco o niente torna, principalmente per due motivi: i segni trovati in casa e sul corpo non sarebbero compatibili con un malore ma con percosse (tanto per fare un esempio, il comodino è scheggiato nella parte sotto, e non sopra), e nelle chat trovate sul telefono di Federico e poi nei suoi account ci sono indizi su una vita parallela che il ragazzo viveva, segreti di cui la famiglia non era a conoscenza e che potrebbero nascondere il nome e il volto del suo assassino.

Morte di Federico Tedeschi, la lettera di mamma Emanuela

Novelli è infatti convinta dal primo giorno: Federico è stato ucciso, e ulteriori indagini lo dimostrerebbero. Da qui la presentazione della denuncia e la lettera inviata a Prestipino per chiedere di disporle il prima possibile.

“Mio figlio sempre al Verano giace - scrive Emanuela nella lettera - Ma dove non c’è verità non c’è giustizia, e dove non c’è giustizia non c’è pace né per me né per mio figlio divenuto un angelo per mano assassina. È atroce convivere con macchie, impronte e tracce di un omicidio e tale atrocità non viene attenutata neanche dal sorriso di Federico presente in ogni stanza”.

“Le incongruenze, inesattezze, imprecisioni e lacune investigative sono state da me ben messe in luce nella denuncia - prosegue Novelli - che però giace in procura al pari di un relitto ormai affondato che non desta interesse alcuno”. Parole che hanno spinto Prestipino a convocare la mamma di Federico per un incontro che potrebbe rivelarsi risolutivo per la ripartenza delle indagini.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Federico Tedeschi, la mamma incontra il procuratore Prestipino: "Lo hanno ucciso: riaprite le indagini"

RomaToday è in caricamento