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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Assalto ai Fedayn Roma, l'ipotesi della spia. Caccia al basista della Stella Rossa

Mondo ultras in fermento dopo il furto degli striscioni dello stroico gruppo della Curva Sud. Gli Ultras Lazio: "Un'onta storica che non ci riguarda"

Qualcosa di più di un semplice striscione. "Pezze", come vengono gergalmente definite nel mondo ultras, che rappresentano molto di più del nome di un gruppo. Un pezzo di stoffa "sacro", un nome che rappresenta una appartenenza per cui i rispettivi tifosi che lo espongono sono disposti a battersi, anche "a costo della vita". C'è fibrillazione nella galassia ultras europea dopo l'assalto subito dai Fedayn Roma a opera degli ultras della Stella Rossa di Belgrado, che sabato scorso, al termine del match casalingo giocato dalla Roma all'Olimpico hanno aggredito tre tifosi giallorossi che stavano riportando nella storica sede del Quadraro gli striscioni del gruppo ultras della Sud romanista, che proprio nel 2022 ha festeggiato i suoi primi 50 anni di vita. Ma come è stato possibile che un gruppo di tifosi proveniente da un altro Paese possa aver rubato gli striscioni in casa dei propri avversari?

Come facevano gli ultras di Belgrado a sapere chi era che aveva il compito di riportare le "pezze" a casa? E ancora: come è stato possibile che dieci auto con all'interno dei tifosi provenienti non solo da un'altra città ma da un'altra nazione siano riuscite a sparire dalla zona di piazza Mancini con gli striscioni senza essere riacciuffati prima di ripartire per l'est Europa? Domande che per il momento non trovano risposte ma che aprono le porte a una serie d'ipotesi. Prima fra tutte quella di una possibile spia. Una serpe in seno al cuore caldo del tifo giallorosso che potrebbe aver indicato ai Delije, questo il nome del gruppo guida dello stadio Marakana di Belgrado dove gioca la Stella Rossa, come, dove e quando agire. Domande che al momento non trovano risposte ma che potrebbero dar vita a una spirale di violenza che potrebbe oltrepassare le regole d'ingaggio che - seppure non scritte - fanno parte del Dna del mondo ultras. 

L'assalto ed il fermento sui social 

L'assalto ai Fedayn Roma si è consumato sabato notte a piazza Mancini, storico luogo di ritrovo dei tifosi romanisti e soprattutto dei Fedayn Roma, che proprio sulla piazza del Flaminio sono soliti esporre i propri striscioni prima del calcio d'inizio delle partite casalinghe dell'As Roma. Una vera e propria spedizione, quella degli ultras della Stella Rossa. Una volta saputa la notizia i social media sono diventati terreno di scontro verbale e sfottò. Messaggi vocali, foto, chiacchiere, ognuno pronto a dare per certo la propria versione dei fatti. Voci e parole che hanno trovato in alcuni casi conferme, come nel caso dei tifosi della Curva Nord dell'Inter o dei tifosi della Ternana che - ufficialmente - hanno condannato "questa deriva dei comportamenti ultras senza senso e che può pericolosamente spostare gli equilibri delle dinamiche legate alle rivalità". Stesso pensiero espresso anche dal Luzzi Klan, gli Ultrà del Cosenza che in un comunicato stampa condannato "le infamate" manifestando "vicinanza al gruppo che ha subito tutto ciò", ribadendo che "in alcuni momenti i colori e le tradizioni lasciano spazio alla dignità e al rispetto". 

Tutte le vecchie e nuove rivalità degli ultras romanisti

Nessun rispetto per i romanisti 

Fra le centinaia di messaggi che sono circolati fra le chat interessate al fenomeno ultras un vocale diffuso su WhatsApp, nel quale si affermava con certezza che i tifosi della Lazio, appreso del vile assalto, si fossero recati direttamente nella storica sede dei Fedayn al Quadraro. Una visita che ha però trovato la secca smentita dei diretti interessati. "Nessuna solidarietà, nessun rispetto per i romanisti - scrivono in un comunicato ufficiale reso pubblico sulla Voce della Nord gli Ultras Lazio -. Viste le solite invenzioni dei giornali e dei social, specifichiamo subito che nessuno di noi ha mostrato vicinanza ai tifosi giallorossi. Se qualcuno lo ha fatto privatamente, per noi non è laziale".

Ultras Lazio La Voce della Nord Fedayn

"Da parte nostra - si legge ancora nel comunicato degli Ultras Lazio - totale indifferenza nei confronti di una tifoseria che da sempre insulta i morti e la memoria di Vincenzo Paparelli e che negli anni si è macchiata di striscioni infamanti. Ricordiamo a tutti che l'azione in questione è stata compiuta a piazza Mancini, luogo di ritrovo degli ultrà romanisti e non a 100 km dallo stadio. A noi interessa soltanto quello che accade a casa nostra. Questa onta storica subita non è roba che ci riguarda. Sempre a testa alta". 

Il furto degli striscioni 

Un'onta storica che inevitabilmente avrà delle conseguenze, con i Fedayn Roma che difficilmente rimarranno indifferenti all'accaduto, che difficilmente metteranno un punto "sull'infamata subita", anzi. Non è un caso che proprio sabato sera gli ultras romanisti abbiamo cominciato la caccia ai serbi che poco prima li avevano assaltati a piazza Mancini. Le stazioni Termini e Tiburtina, l'aeroporto di Fiumicino, questi gli scali battuti dagli ultras della Roma a caccia delle pezze rubate. Ricerche che però non hanno dato i risultati sperati da chi era andato a caccia degli ultras della Stella Rossa. 

Lo striscione in Serbia 

Social che dopo essere diventati terreno d'informazioni - false o meno - sono divenuti anche i luoghi dove sarebbero poi stati esposti i trofei rubati. Un rincorrersi di fake news, fra le quali una foto, che sarebbe stata esposta dagli ultras della Stella Rossa il giorno dopo l'assalto. Una immagine - che potrebbe non essere vera - nella quale si vede uno degli striscioni rubati ai Fedayn con la scritta: "La vostra bandiera ora è la nostra bandiera. Fedayn Roma arrendetevi (tradotto dall'inglese "Your flag is our flag now. Fedayn surrender"). Esposte o meno gli ultras romanisti adesso potrebbero avere un solo obiettivo: riprendere quanto è stato sottratto in casa loro. Oltre allo striscione realizzato per i 50 anni dei Fedayn sono infatti stati rubati anche gli stendardi "via Livilla" e "Anfi fan zone", ma soprattutto lo storico striscione "Brigata Roberto Rulli", che porta il nome di uno dei fondatori dei Fedayn nel 1972, che viene esposto in tutte le gare casalinghe - compresa quella di sabato scorso contro l'Empoli - sotto al tabellone centrale della Sud, ben visibile da ogni seggiolino dell'Olimpico. 

Striscione Fedayn Stella Rossa-2

La rivalità con i tifosi del Napoli 

"Chi non agisce di nascosto come i ladri, ma faccia a faccia, Chi non agisce 50 vs 3 o 300 vs 50 come gli infami. Chi non manda gli altri come i camorristi. Chi non prende ordini come i camorristi. Gli ultras sono un'altra storia. I Fedayn sono un'altra storia", il messaggio reso noto dal cuore caldo del tifo giallorosso dopo i fatti di piazza Mancini. Una infamata appunto, che rischia di tramutarsi in una bomba pronta a esplodere non solo in Italia ma anche in campo europeo. La preoccupazione è che gli striscioni rubati nella Capitale possano essere esposti come trofei dai tifosi del Napoli è un fatto reale. Seppur non rivendicando ufficialmente la loro partecipazione all'assalto dei Delije, molti puntano infatti il dito contro i tifosi del Napoli, oramai da decenni ai ferri corti con il tifo giallorosso culminata nell'uccisione di Ciro Esposito, avvenuta proprio a opera di alcuni tifosi giallorossi. Proprio dopo la morte nella Capitale del tifoso partenopeo, che era giunto a Roma per seguire la finale di Coppa Italia fra il Napoli e la Fiorentina, apparve uno striscione nella Curva B del Napoli che si configurava coma una chiamata alle armi: "Ogni parola è vana, se occasione ci sarà non avremo pietà". Proprio in quell'occasione sarebbe nata l'alleanza che ha messo il tifo romanista nel mirino di diversi gruppi ultras italiani ed europei. A stringere questo patto diverse tifoserie fra cui quella del Paris Saint Germain, l’Atalanta, Monaco 1860, Borussia Dortmund, e proprio quella della Stella Rossa di Belgrado. 

Tifosi Roma Furto striscioni Fedayn

Un ragazzo del muretto 17 racconta i 50 anni dei Fedayn 

Il gemellaggio fra Stella Rossa e Napoli  

La vicinanza fra tifoserie - in quella che gergalmente viene definita la sindrome del Beduino (il nemico del mio amico è mio nemico) - che ha portato gli ultras del Napoli e quelli della Stella Rossa a stringere un gemellaggio. Era la fine del 2018 quando nell'allora stadio San Paolo (oggi Maradona) si affrontarono nei gironi di Champions League il Napoli e la squadra di Belgrado. Proprio quel giorno i leader della curva del Marakana vennero ospitati in Curva B per assistere assieme al match. Per contro invece i romanisti, vantano invece un gemellaggio con un gruppo di tifosi del Panathinaikos, tifosi greci a loro volta accerrimi nemici della Stella Rossa. Dal calcio al basket (i tifosi della Stella Rossa autori dell'agguato ai romanisti erano infatti in Italia per seguire la partita di Euro League Basket giocata dall'Olimpia Milano e la compagine dell'ex Jugoslavia) "occasione" per i Fedayn Roma ci potrebbe essere il prossimo 10 marzo, quando la squadra di basket del Panathinaikos ospiterà in Grecia i tifosi della Stella Rossa. 

Gli scontri in A1

Una vera e propria guerra quella fra tifosi romanisti e napoletani. Ultimo terreno di scontro fu l'area di servizio di Badia al Pino, sull'autostrada A1, dove lo scorso 8 gennaio si affrontarono appunto giallorossi e partenopei, dando vita a diverse ore di vera e propria guerriglia urbana. Una situazione di massima attenzione, che dopo i fatti di piazza Mancini ha alzato ancora di più il livello dello scontro, che da qui in avanti potrebbe cambiare, come accaduto per i fatti di sabato, le regole d'ingaggio della galassia ultras: Un brutto precedente, dal quale non si potrebbe più tornare indietro. 
 

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