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Cronaca

Farmaci venduti sul mercato nero online: sequestrate 6mila "pillole blu"

Denunciate sei persone: i prodotti sequestrati dal NAS di Latina avrebbero fruttato un giro d'affari da oltre 80mila euro

Colpo al mercato nero online di farmaci da parte del NAS di Latina che, in seguito all'indagine scaturita da specifici monitoraggi volti al contrasto della commercializzazione illegale di farmaci su siti web, ha dato esecuzione a sei decreti di perquisizione personale e locale emessi dalla Procura della Repubblica di Roma. 

Sei le persone denunciate poiché ritenute  responsabili, a vario titolo, dei reati di esercizio abusivo della professione di farmacista e di illecita importazione e commercializzazione farmaci.

Commercio illegale di farmaci

I sei soggetti, emersi nel corso delle attività di polizia giudiziaria condotte dal NAS pontino, erano dediti all'importazione clandestina di farmaci di produzione extra UE, privi di autorizzazione all'immissione in commercio e contenenti principi attivi farmacologici per il trattamento di disfunzioni erettili: acquistandoli tramite canali fidelizzati online e successivamente rivendendoli a un prezzo superiore, mediante piattaforme di commercio online e siti bacheca di annunci promozionali e di "incontri", ne traevano illeciti guadagni. 

Sequestrate 6mila "pillole blu"

I provvedimenti di perquisizione, eseguiti nell'Area Metropolitana di Roma Capitale e Nettuno dai carabinieri dei NAS di Latina e Roma, supportati dai Comandi Carabinieri di ostia, Tivoli e Anzio, hanno consentito di confermare le ipotesi investigative e procedere al sequestro di oltre 6000 compresse di farmaci, confezionati in blister ma privi di confezione esterna, verosimilmente copie di medicinali originali di marche note regolarmente in commercio in Europa.

Un giro d'affari da 80mila euro

Sono state rinvenute e sequestrate attrezzature informatiche, computer e apparecchi telefonici cellulari, utilizzati per attività illecite, nonchè alcuni plichi postali ricevuti dagli indagati e altri destinati al riconfezionamento e spedizione di ordini ricevuti dalla propria "clientela". 

I prodotti farmaceutici sequestrati avrebbero comportato, nei circuiti del mercato nero, indebiti introiti per oltre 80mila euro. 
 

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