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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Blitz degli ambientalisti: attivisti si infangano fuori dal Senato. Il video

Nuova azione degli attivisti di Ultima Generazione bloccati dai carabinieri mentre provavano a spruzzare acqua dagli estintori sulle mura di Palazzo Madama

Da Fontana di Trevi a Palazzo Madama. Nuova azione degli attivisti di Ultima Generazione davanti al Senato della Repubblica. Gli ecoattivisti dopo aver provato a spruzzare acqua con gli estintori contro le mura di Palazzo Madama, in Centro Storico, si sono poi seduti in terra e cosparsi di fango. A bloccarli i carabinieri che dopo aver impedito la loro azione contro il Senato li hanno spostati di peso da davanti all'ingresso del palazzo istituzionale. 

"Il fango arriverà anche qui, abbiamo paura", hanno detto i giovani in riferimento all'alluvione che ha colpito l'Emilia Romagna. E ancora "Oggi a Palazzo Madama abbiamo portato il fango ma le nostre istituzioni sono già imbrattate da chi siede in quelle poltrone". Bloccati dai carabinieri di vigilanza a Palazzo Madama e dai militari della linea mobile gli undici attivisti sono stati identificati e accompagnati in caserma. La loro posizione è ora al vaglio dell'autorità giudiziaria. Indagini in corso da parte di militari dell'arma della compagnia Roma Centro. 

Ambientalisti infangati davanti al Senato (foto Ultima Generazione)

Le motivazioni degli ambientalisti

Ad argomentare le ragioni del blitz gli ecoattivisti che in una nota scrivono: "Questa mattina verso le 10:15, undici cittadini e cittadine di Ultima Generazione hanno bagnato con dell’acqua la facciata di palazzo Madama; nel mentre un altro gruppo ha sversato del fango vicino al portone e due attiviste si sono versate il fango addosso; fango come quello che ha travolto l’Emilia Romagna a seguito della devastante alluvione, a testimoniare in questo modo la vulnerabilità che tutte e tutti noi abbiamo nei confronti della crisi climatica e agli eventi estremi a questa correlati. L’azione è durata qualche minuto. Le Forze dell’ordine sono intervenute immediatamente, e in poco tempo hanno portato via i presenti. Le testimonianze video evidenziano una risposta sempre più violenta delle forze dell’ordine a danno degli attivisti, alcune di loro sono state trascinate sull’asfalto a schiena nuda. Sul posto è intervenuta anche un’ambulanza". 

"L’azione vuole essere una risposta all’invito/ricatto del presidente del Senato Ignazio La Russa di andare a spalare il fango in Emilia Romagna come condizione affinché Palazzo Madama ritiri la costituzione di parte civile nei confronti di Ultima Generazione, “avendo dato prova di volere concretamente fare qualcosa per l’ambiente - prosegue la nota stampa degli ambientalisti -. Dichiarazioni inopportune e paternaliste, rilasciate a un’agenzia di stampa in occasione di un evento tragico al solo fine di spostare l’attenzione dalle istituzioni. Un tentativo propagandistico di colpevolizzare chi chiede politiche serie per impedire che queste tragedie avvengano ancora,  o l’eliminazione dei sussidi pubblici ai combustibili fossili, causa della crisi climatica. Il fango versato oggi rappresenta il risultato delle politiche portate avanti a Palazzo Madama". 

“Invece di ricattare chi sta implorando da mesi il Governo di interrompere i sussidi pubblici ai combustibili fossili, il presidente del Senato potrebbe invitare le istituzioni ad agire subito per garantire un futuro ai suoi concittadini. Quello che abbiamo visto diventerà la normalità nei prossimi anni. Cosa sono gli imbrattamenti e i blocchi stradali in confronto al disastro umano che affronteremo? Quale livello di violenza saremo disposti ad accettare, quando le alluvioni e la siccità devasteranno campi e raccolti, quando il cibo costerà troppo?”, ha dichiarato Eos.

Il Governo ignora la crisi climatica 

Un lungo comunicato che prosegue: "Si tiene in queste ore il consiglio straordinario dei ministri dedicato all’alluvione che, una settimana fa ha colpito l’Emilia Romagna. Se la risposta immediata non potrà che essere emergenziale, quest’ultimo drammatico evento deve rappresentare un campanello di allarme: la crisi climatica è qui, con il suo portato di morte e distruzione (14 morti, 36.000 sfollati, danni ancora da calcolare, il comparto agricolo distrutto). Gli eventi estremi come quello che ha colpito l’Emilia Romagna (a circa 6 mesi di distanza da un evento analogo che ha colpito le Marche e dopo mesi di siccità) ne sono una diretta conseguenza: “I cambiamenti climatici causati dall'uomo stanno già influenzando molti eventi meteorologici e climatici estremi in ogni regione del mondo. Ciò ha portato ad impatti negativi diffusi e relative perdite e danni alla natura e alle persone”, si legge nella sintesi del sesto report dell’IPCC. Il nostro Governo continua a ignorare tutto ciò: pochi giorni fa, Lucio Malan, capogruppo FdI al Senato ha negato il ruolo della crisi climatica nell’alluvione in Emilia: “Non è vero che sono fenomeni mai visti negli ultimi decenni (…) I dogmi possono andare bene in altri campi”. In un certo senso ha ragione: la crisi climatica non è un dogma, ma una verità scientifica. Il fatto che l’alluvione abbia colpito un territorio predisposto al dissesto idrogeologico e con una percentuale di consumo di suolo più alto della media nazionale, non deve essere usato per negare l’influenza avuta dalla crisi climatica; al contrario, deve indurci a un ripensamento complessivo della nostra impronta sui territori e sul paesaggio. Un governo che continuerà a ignorare tutto ciò, ostinandosi a finanziare sussidi ambientalmente dannosi (41,8 miliardi nel 2021) anziché investire nella messa in sicurezza dei nostri territori, è un governo che continuerà a mettere in pericolo le nostre vite".

L'alluvione in Emilia Romagna 

"Davanti ad una alluvione che ha messo in ginocchio un’intera regione, il ministro per la Protezione civile Musumeci ha trovato la sfacciataggine di affermare che dobbiamo abituarci a convivere con il cambiamento climatico. Noi siamo qui per affermare che non siamo disposti ad abituarci a questo, a un numero ogni anno più alto di vittime della crisi climatica, a vedere interi raccolti persi per siccità e alluvioni, ad assistere inermi alla normalizzazione di disastri sempre più violenti e frequenti. Disastri di cui è complice il nostro governo, che guida il sesto paese per investimenti nei combustibili fossili e che si ostina ad alimentare le industrie più inquinanti con oltre 40 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi - concludono gli ecoattivisti -. Quanti disastri serviranno ancora, prima che il governo si assuma le proprie responsabilità e faccia della crisi climatica una priorità?".

Il blitz alla Fontana di Trevi  

Un nuovo blitz ambientalista che segue di pochi giorni una precedente azione eclatante inscenata alla Fontana di Trevi. Domenica scorsa infatti dieci ecoattivisti hanno gettato del carbone vegetale nell'acqua della fontana monumentale creando una macchia nera. Poi hanno esposto uno striscione contro l'utilizzo dei carboni fossili e hanno urlato "il nostro Paese sta morendo".

Fermati dalla polizia locale e dalla polizia di Stato fra gli insulti dei romani e dei turisti presenti al momento del blitz. Qualcuno ha anche cercato il contatto fisico e si sono segnalati momenti di tensione.  Un'azione che ha trovato la ferma condanna anche del sindaco di Roma Roberto Gualtieri: "Vi chiedo di non farlo più, per noi è un dispendio di risorse umane e finanziarie e uno spreco di acqua". "Rivolgo un appello agli attivisti - ha poi aggiunto il primo cittadino - non fate interventi di questo tipo. Si può protestare, è legittimo, persino doveroso. Ma non con un metodo sbagliato, pericoloso e dannoso, che colpisce beni comuni preziosissimi come i nostri monumenti. Il loro agire costringe tante persone, distraendole da altro lavoro, a venire qua, passare ore, sprecare acqua ed elettricità, sottoporre a stress i monumenti. È una cosa sbagliata. Si rischia di danneggiare i monumenti e si costringono le pubbliche amministrazioni a interventi di ripristino costosi, con molto spreco d'acqua. È del tutto controproducente rispetto alla battaglia. Se poi per ripristinare si danneggia l'ambiente, dal punto di vista comunicativo c'è una evidente contraddizione". 
 

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