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Cronaca

Operaio morto alla Farnesina, svolto il sopralluogo sull'ascensore

I consulenti della procura hanno analizzato l'impianto per capire se la cabina che scendendo ha ucciso Palotti sia partita per un malfunzionamento o una tragica dimenticanza

Si è tenuto oggi il sopralluogo tecnico disposto dalla procura sull’ascensore in cui mercoledì scorso ha perso la vita Fabio Palotti, tecnico ascensorista di 39 anni schiacciato da una cabina che non avrebbe dovuto muoversi perché in manutenzione.

Il pubblico ministero Antonino Di Maio ha dato mandato ai consulenti di analizzare l’impianto per capire se quanto accaduto sia da imputare a una tragica dimenticanza di Palotti, che potrebbe non avere attivato il sistema che blocca l’impianto, o se si sia trattato di un malfunzionamento.

Il corpo senza vita di Palotti è stato trovato giovedì mattina nella tromba dell’ascensore della Farnesina, diverse ore dopo la morte. L’autopsia, eseguita al Policlinico Gemelli, ha accertato che il 39enne, papà di una bambina, è morto sul colpo, schiacciato dalla cabina che è scesa.

L'urlo di aiuto, poi il silenzio

Negli attimi precedenti alla morte avrebbe anche invocato aiuto, come ha riferito un funzionario del ministero che intorno alle 18.30 ha sentito un grido e si è rivolto al presidio fisso dei carabinieri all’interno.

Quando i militari sono arrivati nei pressi dell’ascensore, però, le porte erano chiuse e nei pressi non c'era nessuno. Soltanto la mattina dopo un collega, vedendo l’auto di Palotti nel parcheggio, ha chiamato i familiari e la compagna del tecnico chiedendo se fosse rientrato a casa e, alla risposta negativa, è andato a controllare l’impianto facendo la tragica scoperta.

L’allarme non era stato lanciato prima, hanno ricostruito i carabinieri che indagano, perché l’uomo aveva avuto un piccolo diverbio con la compagna, convinta che sarebbe andato a dormire dai genitori a fine turno e dunque non sorpresa dal suo mancato rientro a casa. Le ferite riportate nell’incidente erano comunque troppo gravi per la sopravvivenza: con la discesa della cabina, il destino del giovane tecnico era ormai purtroppo segnato.

La ricostruzione della tragedia

I contorni di questa tragedia iniziano dunque a delinearsi con più chiarezza. Palotti, dipendente di una ditta che si occupa in pianta stabile della manutenzione all’interno della Farnesina, giovedì era di turno nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 22. Il protocollo prevede che in caso di interventi di routine sia un solo tecnico a operare, mentre in caso di guasti o manutenzione straordinaria a intervenire è una squadra.

Il 39enne si stava occupando proprio della manutenzione ordinaria dell’impianto quando, per motivi che ancora non sono stati accertati (ed è per questo che è stata disposta la perizia) la cabina si è mossa. L’uomo ha provato, in un disperato tentativo di salvarsi, a entrare in una piccola intercapedine, ma non c’è stato nulla da fare.

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