Detenuto evaso a Roma, Vincenzo Sigigliano preso dopo 6 giorni di latitanza: era da una parente
Detenuto al carcere di Rebibbia, dove stava scontando una pena di 7 anni, era evaso lo scorso 16 agosto
E' durata sei giorni la latitanza di Vincenzo Sigigliano 47enne napoletano e da anni residente a Roma, evaso nella mattinata del 16 agosto dall'ospedale Sandro Pertini. Detenuto al carcere di Rebibbia, dove stava scontando una pena di 7 anni, era riuscito a scappare nonostante avesse le manette ai polsi.
La Squadra Mobile di Napoli e gli agenti del commissariato Scampia lo hanno arrestato nella notte. Vincenzo Sigigliano si nascondeva nell'appartamento di un vedova di un esponente del clan Amato-Pagano a Melito, un comune italiano 37mila abitanti della città metropolitana di Napoli.
Vincenzo Sigigliano stava scontando una pena di 7 anni e ora la sua posizione si aggraverà. Da capire se l'uomo sia stata aiutato da qualcuno, oltre la parente che lo nascondeva, oppure no. E come sia riuscito ad eludere i controlli degli agenti di polizia penitenziaria e del personale medico. Poco dopo la sua fuga si alzò in volo anche un elicottero per perlustrare l'area di Monti Tiburtini, Pietralata e Casal Bruciato ma senza successo.
Nella notte la cattura. Sigigliano, arrestato il 13 luglio scorso in Messico insieme ad altri due sodali, è considerato un vero e proprio mago della truffa, secondo gli inquirenti. Nel Centro America i tre acquistavano trivelle, trapani e saldatrici a cui toglievano la provenienza cinese, applicando etichette di marche conosciute e le rivendevano a 10 volte il loro valore.
Chi è il detenuto evaso a Roma
#SquadraMobile Napoli e commissariato Scampia arrestano nell'appartamento di una parente a Melito il latitante Vincenzo Sigigliano. Detenuto al carcere di Rebibbia, dove stava scontando una pena di 7 anni, era evaso il 16 agosto scorso dall’ospedale “Sandro Pertini”. pic.twitter.com/M1rncwuDcN
— Polizia di Stato (@poliziadistato) August 22, 2019
Una vera e propria banda del 'trapano falso'. A quanto risulta dalle indagini delle autorità messicane i tre italiani avevano commesso le loro truffe a San Luis Potosí, Veracruz, Guanajuato e Nuevo León, ma anche in altri paesi latinoamericani come Honduras, Guatemala e Ecuador. Era stato arrestato per falso ideologico, truffa e falsificazioni di carte di credito e documenti di identità, ed era stato estradato dal Messico ad inizio luglio.