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Cronaca

Aiutarono l'evasione dal carcere di Rebibbia: individuati 4 fiancheggiatori

Le indagini della Polizia sono state articolate su una analisi dei tabulati telefonici e su intercettazioni. Grazie a tale attività, sono stati scoperti i favoreggiatori, oggi arrestati

Una evasione da film dal carcere di Rebibbia. Con le lenzuola si erano calati dalla finestra per poi fuggire. Così Basho Tesi, Mikel Hasanbelli e Ilir Pere, tre detenuti albanesi, erano evasi dalla casa circondariale romana la notte del 27 ottobre 2016. Ad aiutarli quattro persone. Questo secondo le indagini.

E così, alle prime ore del mattino è stata data esecuzione, da parte della Squadra Mobile di Roma, della Squadra Mobile di Milano e del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della DDA di Roma nei confronti di quattro albanesi: O. A., di 26 anni, già ristretto presso la casa circondariale di Regina Coeli; M. A., di 23 anni, già agli arresti domiciliari nella provincia di Cremona; M. K., di 21 anni; S. M., di 40 anni, tutti responsabili, in concorso tra di loro, del reato di procurata evasione. I provvedimenti sono stati eseguiti a Roma e a Cremone per quanto concerne O.A. e M. A., mentre M.K. e S.M. sono ancora ricercati. 

I tre evasi

L'ordinanza è stata emessa a seguito di una complessa ed articolata attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, scaturita dall'evasione dalla Casa Circondariale di Rebibbia di Basho Tesi, detenuto per omicidio e condannato all'ergastolo, Ilir Pere, detenuto per tentato omicidio, armi e sequestro di persona, con fine pena previsto il 17.12.2041 e Mikel Hasanbelli, detenuto per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanza stupefacente, con fine pena prevista il 23.03.2020.

La fuga da film da Rebibbia

La notte del 27 ottobre 2016 i tre detenuti, dopo aver segato le sbarre della finestra della loro cella ed aver percorso un tortuoso itinerario all'interno del carcere, hanno raggiunto il muro di cinta e, calandosi con delle lenzuola annodate, sono riusciti ad abbandonare la struttura. Dalla dinamica dell'evasione, è apparso subito chiaro che i tre avevano pianificato con cura le relative modalità e che godevano della complicità, fuori dal carcere, di alcuni complici che li hanno fatti salire in auto nei pressi delle mura di cinta, consentendogli di allontanarsi velocemente.
 

Le indagini della Polizia

Le indagini della Polizia di Stato sono state articolate su una complessa analisi dei tabulati telefonici delle utenze di ciascun detenuto e su intercettazioni. Grazie a tale attività, sono stati scoperti i favoreggiatori, oggi arrestati.

Gli elementi acquisiti hanno consentito di ricostruire l'accaduto durante e dopo l'evasione. I fratelli A. e K. M., nipoti di Mikel Hasanbelli ., insieme ad S.M., la sera del 26 ottobre, dopo essere stati contattati dall’interno del carcere, sono partiti da Milano ed hanno raggiunto la Capitale dove, giungendo nei pressi di Rebibbia, si sono incontrati con O.A.. I quattro hanno poi prelevato gli evasi e si sono dati alla fuga, facendo perdere le proprie tracce.

Nell'ambito delle incessanti attività volte al rintraccio dei tre evasi, O.A. è stato tratto in arresto nel mese di novembre scorso, poiché trovato in possesso di circa 45 chili di marijuana.

Mikel Hasanbelli è stato catturato la sera del 10 febbraio scorso in provincia di Como, in località Luisago, dove si nascondeva all'interno di un'abitazione a tre piani presa in affitto, favorito nella latitanza da alcuni parenti tra cui il cugino K. E., il quale, a seguito di perquisizione domiciliare della sua abitazione di Concagno (CO), è stato trovato in possesso di 1 chilo di cocaina. Al momento dell’arresto, Mikel Hasanbelli è stato trovato in possesso di documenti romeni contraffatti.
 

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