Il giallo sulla morte del maresciallo Eugenio Fasano, morto dopo una partita di calcetto
Il militare, 39 anni, è morto ufficialmente per arresto cardio-circolatorio causato da un infarto. Un malore, insomma, durante la partita che stava giocando con alcuni colleghi. Per la famiglia però troppe cose non tornano, in primis le ferite che aveva sul corpo e il tempo impiegato a portarlo in ospedale
A due anni dalla morte del maresciallo dei carabinieri Eugenio Fasano l’impegno della famiglia, che mai si è rassegnata al fatto che venisse archiviata come naturale, ha portato all’apertura di due inchieste che dovranno fare luce su cosa sia accaduto al militare.
Fasano, come riportato da Repubblica, è morto a 39 anni il 22 gennaio del 2019 all’Umberto I, due giorni dopo essersi sentito male su un campo di calcetto ai Parioli. Originario di Napoli, in servizio alla stazione Salaria, sposato e padre di due figlie, era sceso in campo per una partita cui partecipavano anche alcuni colleghi. Meno di due ore dopo è arrivato in ospedale in condizioni disperate, con una decina di costole rotte, una lesione a un’arteria e lo sterno perforato.
I testimoni presenti sul campo riferirono ai tempi che Fasano si era sentito male circa un’ora dopo l’inizio della partita, e che nel tentativo di rianimarlo era stata chiamata una dottoressa dell’Arma che lo aveva poi affidato alle ambulanze arrivate sul posto. Ai medici, stando a quanto dichiarato dalla cognata del militare, Teresa Afiero, non furono date le sue generalità, tanto che venne ricoverato come “ignoto 2019014801”.
Due giorni dopo il malore in campo Eugenio Fasano è morto per “arresto cardio-circolatorio in infarto miocardio acuto”. La famiglia non si dà pace da allora, e chiede risposte a domande che si rincorrono senza sosta: chi c’era quel giorno sul campo dei Parioli con lui? Perché è arrivato in ospedale quasi due ore dopo il malore riferito ai medici? C’è stato un ritardo nei soccorsi? E ancora - soprattutto - che cosa ha causato le lesioni riscontrato sul suo corpo? Si tratta di ferite causate dai tentativi di rianimarlo, o vanno ricondotte a un’aggressione cui nessuno ha mai fatto cenno?
Per rispondere a questi interrogativi Aufiero, assistita dall’avvocato Donato Santoro, ha presentato due denunce che hanno portato all’apertura di altrettante indagini parallele, una da parte dei magistrati che si occupano di reati militari e una coordinata dalla pm Roberta Capponi. L’obiettivo è capire cosa sia accaduto su quel campo da calcetto nel primo pomeriggio del 22 gennaio 2019, e cosa abbia ucciso Fasano.