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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Provano a 'ripulire' gioiello rubato in un caveau, poi tentano l'estorsione: due arresti

Le indagini iniziate da un furto ad un istituto di credito dell'Appio Latino

Prima il furto, poi il tentativo di ricettazione di un gioiello ed infine una tentata estorsione da 40mila euro. Sono stati gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato Romanina a ricostruire l'accaduto a conclusione di una indagine iniziata nel 2015, dopo la sparizione di alcuni gioielli custoditi nel caveau di un istituto bancario all’Appio Latino. Al termine delle investigazioni della polizia, con la collaborazione dei finanzieri del Comando Provinciale di Roma, gli investigatori hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone un uomo di 43 anni di Marino e di un 25enne, appartenente ad una nota famiglia nomade, ritenuti responsabili di concorso nel reato di tentata estorsione.

Il tentativo di estorsione

Le indagini, avviate dal Commissariato di Albano Laziale e proseguite in collaborazione con la Squadra Mobile, hanno avuto inizio a seguito della denuncia della vittima di una estorsione, che nei mesi di settembre, ottobre e novembre aveva subìto ripetute richieste, con minacce di morte, della somma di 40.000 euro, non andate a buon fine, grazie all’attività posta in essere dagli investigatori. 

Furto dei gioielli dal caveau 

La vicenda, in realtà, ha una origine più lontana, che vede come protagonisti personaggi di spicco della nota famiglia nomade, emersi nell’ambito di un’estorsione che riporta alla ribalta una vicenda, nota alle cronache, della sparizione, nel 2015, di alcuni gioielli custoditi nel caveau di un istituto bancario all’Appio Latino. In quell’occasione, un direttore infedele aveva sottratto gioielli, e molto altro, per un valore di 2 milioni di euro. 

Tentativo di ricettazione

Uno di quei gioielli era poi finito nelle mani di un noto pregiudicato dei Castelli Romani, il 43enne, il quale, attraverso un prestanome, aveva provato ad impegnarlo ad uno sportello bancario di Albano Laziale; il tentativo di ricettazione, tuttavia, non andò a buon fine e l’uomo fu arrestato. 

Dalla ricettazione all'estorsione

Alla fine dell’estate, lo stesso personaggio è riapparso, pretendendo 40.000 euro dalla medesima persona che, all’epoca, era stata coinvolta nella tentata ricettazione. La cifra richiesta era il corrispettivo di vari orologi, di grande valore, impegnati presso l’istituto di credito svaligiato nel 2015. L’attività investigativa, espletata anche con l’utilizzo di presidi tecnologici, ha permesso di riscontrare le dichiarazioni rese dalla vittima, consentendo di individuare altre due persone, una delle quali è risultata appartenere alla nota famiglia.

I complici 

Altri 2 correi hanno partecipato alle azioni delittuose con diversi ruoli, avviare e proseguire i contatti con la vittima, incontrandola personalmente, ma anche con compiti di intermediazione tra la stessa ed i due arrestati, interferenze finalizzate a convincere il malcapitato ad elargire somme di denaro sulla base di presunti rapporti di debito/credito con gli estorsori, di natura comunque illecita.

50 grammi di cocaina

Nel corso delle indagini sono altresì emersi elementi riconducibili ad attività illecite nell’ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti, che hanno consentito di effettuare, lo scorso 27 ottobre, l’arresto in flagranza anche di un altro uomo, trovato in possesso di circa 50 grammi di cocaina mentre si recava a Roma. Durante l’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, sono state effettuate anche diverse perquisizioni, non solo nei confronti dei soggetti partecipi delle condotte criminose, ma anche alla ricerca di sostanze stupefacenti.

Perquisizioni a Marino

In un’abitazione di Marino, sono stati rinvenuti circa 80 grammi di cocaina e un bilancino di precisione nonché assegni, estratti di conti correnti e distinte di prelevamenti di numerose società intestate fittiziamente ai soggetti già oggetto di approfondimenti specifici da parte dei militari della Compagnia Guardia di Finanza di Velletri, nonché personal computer e telefoni cellulari. Il proprietario dell’abitazione è stato quindi tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonostante abbia tentato di disfarsi dello stupefacente gettandolo dalla finestra.

Controlli alla Romanina 

Nel corso delle indagini, sono state perlustrate anche alcune abitazioni alla Romanina, essendo emerse, infatti, sebbene in maniera più defilata, le figure di altri appartenenti alla familia, il padre e il fratello dell’arrestato. Il primo, infatti, veniva costantemente aggiornato sull’andamento e gli sviluppi delle situazioni estorsive, il secondo fungeva da factotum. L’operazione, che ha visto l’impiego di numerosi uomini, è stata svolta con la collaborazione del Commissariato “Romanina”, del Reparto Prevenzione Crimine Lazio, del Reparto Mobile e delle Unità Cinofile.
 

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